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31/08/04

:: by :: moni
ho fatto finta di tornare

sono poche le volte in cui sono fiera di una decisione.
ma l'anno scorso il rientro era stato talmente traumatico, sotto ogni punto di vista, che mi ero incisa un promemoria sulla pelle per evitare che potesse ripetersi.
il promemoria diceva piu' o meno "il momento in cui si ha piu' bisogno di una vacanza e' quando si torna dalle vacanze".
quest'anno poi i presupposti si sono presentati anche peggiori, e ho subito vacillato al mio rientro a roma, come un ulisse tentato sempre dalle solite sirene.
attraenti, per l'amor di dio, ma.. come dire, ormai insipide.
cosi' stringendo i denti e cercando di inghiottire questa polpetta che mi si e' bloccata in gola, ho tirato fuori un nuovo mantra, e ho deciso che (uh che volgarita'!) "me ne fotto"[1].
me ne fotto di tutto.
me ne fotto persino se ieri mattina la mia prima uscita all'alba in camicina da notte, giubbino jeans e infradito oro per spostare la macchina parcheggiata la notte precedente sul marciapiede (ma piu' realisticamente nello sportello del bancomat) sia stata salutata da un'aria troppo frizzantina per un 30 di agosto.
e che anche la giornata di oggi sia afosa ma a tratti grigetta.
che in questo ufficio abbiano tutti un umore da paturnia spaziale.
che un'amica ieri sera si sia "dimenticata" di invitarmi a una festa a sorpresa per un qualcuno a cui tengo molto e no, non si recupera con una telefonata mielosa alle dieci di sera.
soprattutto me ne fotto delle decisioni che dovrei prendere e rimando da tempo, e anche di chi mi fa le ramanzine da una vita (vi voglio bene, ma sono satura di parole).
non me ne fotto di altre cose piu' serie e personali, che non sto qui a raccontare.
pero' mi sforzo di capire che potranno o meno trovare una soluzione anche se non fisso il muro per almeno un paio d'ore ogni notte.

insomma avevo deciso di rinunciare, ma poi ho proprio pensato che me ne fotto.
e domani parto per il Lido.
nonostante pare i treni siano pieni, il mio accompagnatore mi dara' quasi sicuramente buca, io sia al verde (la dieta del rientro e' scontata) e le previsioni meteorologiche pessime.
black mamba ha due lavoretti da compiere... letitia casta e vanessa paradis, siete avvertite.

see u next week.
preparatevi. al mio ritorno avro' sicuramente bisogno di una gru.


[1] x SB: non ho ben chiara la tua situazione, ma due anni e mezzo fa qualcuno mi ha gentilmente invitato a lasciare il mio posto di lavoro perche' "tanto tu non hai famiglia". ricordo la perdita del baricentro e la confusione. anche io non sopporto chi dice "chiusa una porta si apre un portone", perche' ad esempio nel mio caso il portone che si e' aperto non era proprio quello che volevo. pero' il lavoro non e' mai stato il centro della mia vita e se proprio devo lottare preferisco lottare (e quanto!) per avere altro. insomma, comunque vada, prova magari a recitare anche tu il mio mantra. non si mai. bacio :*




[+] :: ore 14.45 :: 5 comments


30/08/04

:: by :: lisagialla
cerimonia di chiusura

gli occhi sbarrati alle quattro della notte tra sabato e domenica. una gatta che torna di mattina dalla colonia lacustre. il pomeriggio tormentato a scegliere con quale libro partire, alla fine decido per babylon: sorrideva all'estate, al mare, al sole e sceglieva pepsi, non mi si accusi di mancato ottimismo. verso le otto di sera entro in cucina.

cipollotti a fette sottili. partiamo dalle cose che conosco: cerchi, a multipli di cinque. grancereale a colazione, buongiorno atene, sembra sempre che piova ma finisce che poi non piove mai, giorni di sole inanellati senza equivoci, spf15 e tutti i bar sul lungomare per arrivare a sera e trucidare i palinsesti olimpici. i gambi verdi come nastri, le ginnaste giocano a trecerchiduepalle senza respirare mai, le storie strappalacrime di bambine coraggiose in segregazione, sorrisi appuntiti fradici di lacrime, mani che si cercano, che si toccano. l'ultima volta che sono stata parte di una squadra è stato prima - molto prima - che pretendessero di insegnarmelo, ogni giorno, con prediche stantie nella lingua involuta dei consulenti più infelici. lessi. le patate, scottate in acqua bollente e poi cubettate a rosolare, abbondonate prima di partire, sono sopravvissute alle infinite teglie congelate a luglio. sindrome dello scoiattolo, si meritano un po' del grignolino appena aperto. le patate, e un po' anche gli scoiattoli: è autunno.

allora funghi. spiace, non sono quelli cresciuti tra le muffe dei soffitti allagati, ma è stato solo per pigrizia nella raccolta. l'associazione italiana imbianchini ha infatti deliberato all'unanimità di onorarmi con un busto - capirai che sforzo - fresco di intonaco e calcinacci. questi funghi, invece, hanno il colore dei pantaloni di lino pesante che ho comprato all'inizio delle vacanze per riuscire ad alzarmi dal letto alle sette del peggiore tra i lunedì mattina, questo. come il primo giorno di scuola: mentre il wok stufa preparo la camicia con le pieghe nuove e le scarpe, la borsa, il cd con gli smiths e i duran duran. stufa come gli interminabili giorni di mezza estate che non c'era neanche la forza di mangiare se non bocconi di sushi tiepido e tardivo. un po' di zenzero, quindi, e un cucchiaio di tamari; poi la pasta di riso - fusilli avvitati come capricci stanchi - affogata nel brodo vegetale sciaborda fino a restringersi. pinoli reduci degli ultimi pesti sudati, tostati, e foglie di basilico scampate orgogliosamente alla carestia, a debole ricordo di quelle che annaffiavamo nel prato davanti al mare - mischiate a piene mani coi pomodori e il sale grosso, la focaccia e il doposole, tutte le sere, davanti al mare.

davanti al televisore, invece, un brindisi al coinquilino sull'ultimo discorso della signora angelopoulos - una testa di triglia gigante - coi pantaloni rosa d'ordinanza. si spegne la fiaccola mobile insieme all'ultima sigaretta dell'estate che festeggia un anno senza vizio. conservo anche io un po' di fuoco nella lanterna: per questo autunno ho un piano.

[+] :: ore 16.15 :: 17 comments


28/08/04

:: by :: SuperBimba
Spegnere la luce su se stessi

Possiedo una discreta collezione di pigiami e camicie da notte: per tutte le stagioni, per tutte le occasioni; d'estate, però, finisco con l'andare a dormire semplicemente con addosso una t-shirt bianca. Questa sera è stato bruttissimo accorgersi che quella che stavo indossando era una maglietta della mia radio: proprio nel giorno in cui hanno calpestato la mia dignità e la mia professionalità e io sono stata definitivamente tradita e umiliata.
Adesso mi metto sul divano e spengo la luce, così non vedo niente.

Buonanotte. Da domani cerco lavoro.

E' mattino. Ho aspettato l'alba senza mai chiudere gli occhi. Mi sono alzata dal divano, ho buttato la maglietta nella pattumiera. Mi sono vestita, ho preso l'auto e sono venuta in radio. Volevo stare qui, dove mi sento a casa e con la mia famiglia, volevo guardare Milano svegliarsi dal tredicesimo piano, da sola, in silenzio. Non riesco a staccare il mio nome incollato sulla cassetta della posta: io sono incollata qui.

[+] :: ore 02.11 :: 39 comments


27/08/04

:: by :: FranCiskje
Ricordati di me.

A giorni agosto finirà e con esso la mia special guest mensile al MicroBlogGiallo in gialli indumenti; come avviene all'Istat per l'inflazione i dati definitivi non sono ancora disponibili ma è evidente la tendenza: il "post al giorno" prefissatomi è stato impossibile da onorare a causa di una serie di impegni che mi hanno voluto a lavorare fino a queste ore e oltre, spesso svenendo sul letto prima di avere completato l'opera magna di cui sono stato investito: la voce italiana per una serie di tutorial con cui qualche connazionale confidenzializzerà con Office 2003.

Sul finire delle cose, di ogni cosa, mi prende la sindrome del bilancio, la necessità di consapevolezza di essemi graffitato da qualche parte, di avere scavato il piccolo solco che pur se reso invisibile dalla polvere del tempo se ne stia là in attesa di essere ritrovato da qualche appassionato archeologo.

Me lo domando sempre se ovunque sia stato io sia passato invano, forse per la soddisfazione che trasmette lo scoprire di no.

Come oggi, che sbuca fuori un nostro ospite dallo studio e viene a chiedermi se sono proprio quel tale che faceva il programma di sera a Radio Italia: sorrido dicendo che ormai sono passati molti anni mentre la sacca dell'orgoglio ingigantisce fino a gonfiarmi il petto, poi scopro che lui è un pezzo grosso del DDS il centro sportivo dove si allena l'argento olimpico Federica Pellegrini.

Ma se in questo caso l'associazione era semplice (radio+radio=radio) mi stupì molto la ragazza del MacDonald in piazzale Lotto che dopo avermi messo sul vassoio un paio di doppi-cheeseburger mi raggiunse al tavolo con la biro e un foglietto facendomi la stessa domanda, ed era più di un anno che avevo smesso per dedicarmi ad altro, o comunuque a cose che fossero meno coinvolgenti, perché il successo (se tale puo' essere definito l'essere riconosciuti dalla voce) è anche zeppo di scomodità (notevolmente ricompensate dai vantaggi, ovviamente; ma si cambia e cambiano le priorità secondo la vita che si sta vivendo).

Il bello di tutto questo è che qualunque cosa mi sia capitato di fare, non mi sono mai chiesto a priori se di quella cosa potesse restare traccia, la domanda è sempre arrivata dopo con qualche sorprendente risposta affermativa.

Ora, probabilmente molti di voi non se ne sono ancora resi conto, ma in questo periodo le emissioni televisive sono infestate dagli spot Del Prado in cui la mia vocetta vi invita a correre in edicola a comprare il primo numero di qualche dispensa settimanale "..a un prezzo eccezionale": mazzi di carte, guide per riconoscere i funghi con in omaggio la riproduzione del porcino, la raccolta di statuine per il Presepio con la Madonna in omaggio, i DVD di Woody Allen and so on.

Chi non lo sa è al riparo dalla tentazione, gli altri, i colleghi, gli amici, non ne possono più; addirittura il mega direttore, un uomo alto e grosso, generalmente silenzioso e meditabondo, esce da quel mondo imperscrutabile ricordandomi che avrebbe voluto vedere le Olimpiadi in pace, che avrebbe fatto a meno di riconoscermi almeno un paio di volte a interruzione pubblicitaria.

Rispondo che è il mio trucchetto per non farmi dimenticare, apparire sonoramente qua e la ogni tanto a mantenere vivo il ricordo, incassando ogni tanto qualche benefico risultato, come la ragazzetta carina conosciuta a una grigliata che un'ora fa mi scrive di avermi beccato tre volte in due minuti e io che in due mesi non l'ho beccata neanche una volta rispondo più o meno quello che avete letto qua: "Non male come metodo persecutorio. Insomma per dimenticarmi si deve emigrare, vorrà dire che farò gratis gli annunci per i megafoni delle motovedette".

Al di là di questa patetica autoreferenzialità, di questo: "Io io io", mi chiedo se succederà mai che qualcuno fra sei o sette anni mi incrocerà chiedendomi: "Ma, sei tu quello che ad agosto del 2004 è stato eletto giallino del mese al MicroBlogGiallo?".

Sono sicuro che accadendo, la mia sacca diventerebbe una mongolfiera di orgoglio.

Per il resto, che dirvi? Se avete raggiunto il limite di sopportazione spegnete il televisore: ancora qualche giorno e sarà tutto finito!



[+] :: ore 00.52 :: 11 comments


26/08/04

:: by :: SuperBimba
La femme qui regardait passer les trains

Ho espresso più volte i dubbi che coltivo (con amorosa dedizione) sulla mia stabilità mentale. L'ultimo sussulto, questa mattina, mentre preparavo il mio petit déjeuner, come al solito con una mano sola (con l'altra tengo il libro, la prima cosa che devo fare al mattino è leggere). Nella fase-caffè il dubbio: come riuscire a sbriciolare un angolo di papelón senza mutilarmi? Cercando di incidere il blocco poco a poco, con l'insinuare nel solido appiccicoso e resistente una punta affilata? Dotandomi di coltellaccio col quale assestare il colpo più energico possibile? Oppure (e così ho fatto, abbandonando per un attimo la lettura) avvalendomi dell'antico - ma sempre efficace - metodo della mannaia combinata al batticarne? Ciò che mi ha spaventato, invero, è il percorso del mio ragionamento, tortuoso anzichenò: sarebbe un dramma se mi ferissi proprio adesso mi sono sorpresa a pensare uff, mi toccherebbe correre al pronto soccorso. E dovrei lasciare il capitolo a metà.

[+] :: ore 21.11 :: 5 comments


25/08/04

:: by :: SuperBimba
Praticamente saponificata.

Io non lo so se sono timida. Cioè, sicuramente fino a quindici/sedici anni lo ero: mi sentivo insicura, impacciata, un po' mi isolavo, scontrosa, sicuramente troppo intelligente e matura per la mia età. Poi ho deciso che volevo essere vivace e intraprendente. Lo sono stata per i quindici anni successivi, relegando i rossori solo ai momenti in cui mi trovavo di fronte a qualche esponente dell'altro sesso che mi provocava il batticuore. A trent'anni, quasi trentuno, ho talvolta l'impressione di essere tornata al punto di partenza (fatta eccezione per la questione dell'intelligenza e della maturità, beninteso).
Ora, ad esempio, dovrei essere seria e professionale e alzare il culo dalla sedia, dirigendomi verso l'ufficio del direttore. Sono giorni che mi immagino il momento in cui gli chiederò chiarimenti sui pettegolezzi aziendali che mi vedrebbero trombata, per l'ennesima volta, a questo giro perché non saprebbero come sistemare una collega in orario ridotto per allattamento. La sola idea (della trombatura e dell'alzare il culo) in questo momento mi provoca la nausea. Vera, fisica. Mi aggrappo alla scrivania e respiro piano.

[+] :: ore 10.23 :: 20 comments


23/08/04

:: by :: SuperBimba
Aria di casa mia (eppure, eppure)

Qua al tredicesimo piano sembra tutto come l'avevo lasciato due settimane fa. Eppure, eppure.
Menomale che ci sono la Cri e la Lù che mi dicono sempre che sono bella (mentono: la verità è che mi vogliono bene, loro sono belle sul serio) e mi hanno fatto tanti complimenti per la mia nuova (s)pettinatura. A suo modo è stato gentile anche il tecnico morbido che mi ha detto che con questi capelli sono molto anni '30 nel senso che dimostri settant'anni. Ah, se non ci fosse lui. Il conduttore di punta molto abbronzato molto occhiazzurro, insomma, quello che non si fila nessuno, mi ha salutato con un ciao piccola: palesemente in stato di coscienza alterato. C'è chi mi chiede perché non ho ancora postato nulla sulle vacanze salentine: la risposta è che non lo so. Due blackout hanno bloccato il lavoro per più di mezz'ora, ma noi niente, solo un po' seccati, come al solito abbiamo tamponato tutte le falle. Eppure, eppure. Tra un gr e l'altro il mio pensiero è fisso sui pensieri settembrini: dove andrò in vacanza tra tre settimane?

[+] :: ore 19.10 :: 7 comments


22/08/04

:: by :: SuperBimba
Le avventure di EssePì

Dopo la seconda serata alcoolica milanese della stagione, un paio d'ore di sonno poi sveglia, che questa mattina toccava andare a Malpensa a prelevare il SuperPapi di ritorno dalle vacanze. Solo lui, infatti, poteva prendere un volo che atterra alle otto e mezza della domenica mattina: il problema è come abbia fatto a nascere io così scombinata da lui così brianzolo. Il mio genitore arrivava da Caracas, meta vacanziera abituale della famiglia, luogo in cui la nonna ha svernato per anni. Abituale è anche il souvenir che chiedo a chi torna dal Venezuela: il papelón (o panela), grosso mattone scuro di melassa di zucchero di canna, bomba calorica che a microscopiche dosi addolcisce magnificamente il mio caffè. Avrei voluto vedere la faccia dei doganieri che hanno fermato il mio scurissimo papà (svizzero, ma con una bizzarra percentuale di sangue montenegrino che lo rende molto simile a un narcotrafficante balcanico) e, ispezionandogli i bagagli, gli hanno trovato sei parallelepipedi da due chili. Pare che per fortuna uno abbia capito al volo e gli abbia detto ah, il papelón, buonissimo!.
Con un guizzo di fantasia, mi ha anche portato un regalo che mi ha commosso: una moneta commemorativa del centenario bolivariano, anno 1973, facendomi notare tra l'altro la coincidenza. Non mi pareva vero che per la prima volta mio padre si fosse ricordato il mio anno di nascita. Lui per qualche minuto ha fatto il fico, poi non si è trattenuto e mi ha confessato che in realtà era indeciso e ha chiamato dal negozio caraqueño a casa della nonna.
Mio padre ordinò la mia prima automobile il giorno in cui compivo... diciassette anni.

[+] :: ore 12.21 :: 12 comments


21/08/04

:: by :: FranCiskje
Clonatore di concetto.

Quando minacciò il povero Valerio Staffelli di sputargli in faccia perché aveva gli occhi falsi mi ero augurato che Zucchero mettesse la testa a partito piantandola di scopiazzare canzoni qua e la, riconoscendo agli autori originali almeno un ringraziamento morale per l'ispirazione: se vi capitasse di infilare in un lettore una raccolta di successi di Otis Redding potreste riscoprirvi a cantare in italiano canzoni che ufficialmente sono sempre state in un'altra lingua.

Seduto sulla panchina del porto guardo le navi partire.. e "Sitting on the dock of the bay watching the ships roll in" per esempio.

"Arriva la bomba che scoppia e rimbomba" è una canzone di Johnny Dorelli e fin qui ci siamo arrivati tutti, inizialmente la cosa mi era sfuggita, piuttosto aveva attirato la mia attenzione un'altra frase: "E prestami la faccia dai che devo fare brutta figura" come Coccinella a Sarabanda ho schiacciato il pulsante e urlato "Mambo di Lucio Dalla!".

Un momento però, Dalla canta: "Chiedi se qualcuno ti presta la faccia, stai facendo una brutta figura" e Dorelli dice sì: "Arriva la bomba" ma si astiene dal continuare con "il grande Baboomba" quindi, cari miei il reato di plagio non sussiste.

Se analizzassimo i testi di mister Fornaciari frase per frase, scopriremmo decine di altre analogie come mi capitò tempo fa rileggendo "I'm not in love" dei 10cc con la frase: "Be quiet, the big boys don't cry, big boys don't cry" presa in prestito per "Diamante" e tradotta in "I bimbi grandi non piangono, i bimbi grandi non piangono".

Zucchero più che clonatore puro è un bioingegnere delle liriche: le prende, le filtra, ne mappa il genoma, apporta blande modifiche al DNA e se ne assume la paternità, facendo di ogni canzone dei Frankenstein in miniatura.



[+] :: ore 14.59 :: 11 comments


20/08/04

:: by :: FranCiskje
Le credenze popolari

non sono mobili da cucina a basso costo


Volevo vedere "The big khauna" ieri sera, quindi ho spostato quanto finito a deposito sul divano in queste settimane, rimosso etti di ragnatele dai telecomandi, effettuato il sequestro di acqua e tavoletta di cioccolata dal frigo, allocati posacenere accendino e sigarette alla mia sinistra, dato energia all'amplificatore e avviato la proiezione.

Armeggio con il controllo remoto per assestare un "enter" quando il cursore finisce sulla voce "inizio film" ma stranamente mi sfugge su altre opzioni, dunque torno al menu precedente e riprovo, mentre mi soffermo su quella faccenda delle ragnatele, che a rimuoverle senza far male al ragno porterebbe fortuna, se invece il ragno lo si uccide porterebbe male, anzi, malissimo.

Ho sempre avuto avversione per le credenze popolari, considerandone alcune sane panzane nonostante gli si potesse attribuire il beneficio educativo.

Per esempio la storia di non mettere il pane a pancia in giù sulla tavola ha senso se l'inquadri come un modo per imparare ad avere rispetto del cibo, fare attenzione a non rompere la bottiglia dell'olio ha forse più attinenza con il costo dell'olio che con un suo potere jettatorio e allo stesso modo la rottura degli specchi in ragione della quale si scontano sette dico sette anni di purgatorio in Terra.

Pure versare qualunque bevanda ruotando la mano all'esterno, segno di tradimento, troverebbe una collocazione di utilità: la presa è instabile e si rischia di rovesciarne fuori dal bicchiere o di non avere controllo di quantità nella mescita.

Per altre resto invece nel tenebroso buio del dubbio, se siano state invenzioni di educatori che come i miei vi facevano ricorso per tenere a bada i propri pargoli oppure se abbiano ragioni che semplicemente fatico a individuare.

Da piccoli spesso si gioca a tunnel, facendosi passare un altro bambino tra le gambe, passando sotto le sue e così ad libitum, ebbene mi si diceva di no, di non farlo, perché passando sotto "non si cresce più!" invitandoci alla contromisura di ripassare per annullare il terribile effetto del nanismo, al che, cinquenne, ribattevo che se fosse stato vero a farlo due volte avremmo dovuto iniziare ad accorciarci.

Un'altra storia riguardava gli arcobaleni, che non andrebbero indicati (esattamente come con le persone) e anzi, di fronte a un'arcobaleno non si poteva fare proprio nulla, men che meno darsi un'infantile "aggiustatina" in zona sud, caso per il quale i possibili effetti non sono mai stati precisati.

E le smorfie? Dai le abbiamo fatte tutti le smorfie davanti allo specchio! Io le faccio ancora adesso, soprattutto in ascensore appena concludo la prevenzione dentale quotidiana, tra il primo e il piano terreno assesto una linguaccia, ingrugnisco, poi mentre le porte iniziano ad aprirsi mi faccio serio e sguscio fuori pensando che se fosse stata vera la faccenda del "No! Che passa l'angelo e dice Amen" oggi dovrei essere il concessionario milanese di Elephant Man.

Passare sotto la scala ha i suoi rischi, dovesse cadere sarebbe sfiga in se, ma fissarsi all'idea che qualche nefandezza debba capitarti anche dopo averla superata indenne è cattiveria quanto attribuire malasorte alle suore in coppia, ai preti da soli, al gatto nero che ti taglia la strada che a crederci davvero provi a metterlo sotto con la macchina per non fargli completare l'attraversamento e ti impasti contro qualche albero.

Preti e suore poi, da soli i primi e in coppia le seconde portano sfortuna, per contro in coppia i primi e da sole le seconde porterebbero fortuna; allora allo stesso modo se carezzare la schiena di un gobbo porta fortuna, passare una mano su quella di chi non lo è dovrebbe portare sfiga!

Io non ci credo e mi fa sorridere di più la quantità di letture e di controjatture che ci si inventa per tacitarsi l'animo; per esempio il mio ex suocero sui gatti neri sosteneva che portassero male solo se attraversavano la strada da destra a sinistra e che viceversa portassero invece fortuna: sarà perché nel secondo caso si fa in tempo a vederli.

Probabilmente esistono superstizioni anche per quanto riguarda i blog, non saprei, scrivere una particolare parola nel primo post, linkare qualcuno notoriamente gramo, aggiungere un determinato counter che se arriva a un milione ti manda in crash l'hard disk, e sciocchezze del genere.

Ma ve lo immaginate? Salta fuori uno secondo cui linkare un blog già segnalato da altri 100 bloggers fa morire il più giovane, come accendere la sigaretta in più persone dallo stesso fiammifero, oppure promette luttuosi eventi al diciassettesimo e per la conta farà fede l'elencazione di Google.

In fondo basta poco a mettere in giro qualche brutta voce, Mimì o Masini insegnano; io non ci credo, ma se un giorno sparissero tutti i link dal mio blog, fatevene una ragione: alla sfiga ho già dato troppo in questa vita e viene per tutti il momento di dire: "Non si sa mai!".

[+] :: ore 19.56 :: 5 comments


:: by :: SuperBimba
Paralisi dell'iniziativa

Non riesco a prendere decisioni. Dopo la prima serata alcoolica milanese della stagione, tra il Bar Bianco e the very very big river which leads to Pavia, oggi mi limito a vagolare per casa senza concludere alcunché. Mi chiedo quanto resisteranno i miei vicini ad ascoltare in loop California di Lenny Kravitz (inframmezzato solo talvolta da Friday night dei Darkness) prima di chiamare il centotredici.

Aggiornamento delle 18h30: ho risolto la situazione trasportandomi dalla parrucchiera che questa volta finalmente ha fatto un porco lavoro e ho dei capelli che Halle Berry lèvati. In fin dei conti, staying in love with your locks is a little like staying in love with a man: you need to switch it up every once in a while to keep things interesting.

[+] :: ore 13.21 :: 12 comments


19/08/04

:: by :: mae*
pulcinerie olimpiche

La mazzetta dei giornali di gossip è condizione necessaria per definire tale una vacanza. Così diligentemente ogni 3 o 4 giorni cerchiamo di tenerci aggiornati. Quella di oggi era abbastanza corposa, colpa di Chi in confezione convenienza con Donna Moderna. Donna Moderna, in verità, non mi convinceva, ma quando la giornalaia ha lasciato intendere che la convenienza le sembrava evidente, imbarazzata, non ho potuto sottrarmi. Comprare Chi, invece, era una necessità imprescindibile: in copertina Robertina Capua annunciava il suo diario delle olimpiadi e da queste parti abbiamo maturato delle opinioni piuttosto critiche su quelle che malignamente definirei proprio le sue olimpiadi (dal punto di vista sportivo ovviamente, da altri punti di vista le opinioni potrebbero essere differenti). Sono motivazioni tecnico-tattiche lampanti (e fin troppo facili da insinuare) per non essere ipotizzate di fronte ai passi falsi del suo Massi, che probabilmente qualcuno preferirebbe meno suo e più medagliato, ma in fondo non riusciamo ad essere tanto ciniche di fronte agli effetti effimeri dell’amore.
Donna Moderna, invece, ha avuto inaspettatamente la sua utilità. Da una foto fanno capolino un abito blu a pois rosa con sottogonna di tulle, un paio di decolletèes intonate, una borsina rosa e occhiali da gatta. Il sottotitolo avverte: “Bastano una gonna a ruota e un paio di occhiali da gatta per scoprire un’eleganza senza tempo. Raffinata e femminile”. Bastano? Speriamo, visto che poi prosegue: “Se ami la moda degli anni Cinquanta segnati questa data: 23 settembre. E' il giorno in cui aprirà a Milano un megastore dedicato al vintage con capi originali di quegli anni. Invece, bisognerà aspettare il 15 ottobre per il Fashion Vintage Show, la fiera degli abiti d'epoca che si tiene al Castello di Belgioioso di Pavia. Eventi da non perdere.”
Da non perdere, capito? E voi siete pronte, pulcine?


[+] :: ore 22.08 :: 7 comments


:: by :: FranCiskje
E se è una femmina si chiamerà Futura.

Lo scorso Natale ho visto "Alla ricerca di Nemo" con la temuta bambina del finale che nell'intento di giocare con il pesce pagliaccio ne avrebbe causato la morte rendendone necessaria la fuga.

La bambina si chiama Darla e mi sono domandato se l'idea di sfuggire a una che si chiama Darla non potesse avere conseguenze nefaste sui bambini di oggi quando saranno adulti domani.

Io sono cresciuto come uno che ha visto Nemo 35 anni fa, anteprima assoluta, cercando di sottrarmi alle cose semplici e insistendo a battere il muso, illuso, su quelle difficili, insomma pensatene quello che vi pare ma se una mi sorride con l'aria del "Mi ti si farebbe" finisce che "Non mi si farebbe" niente, a meno che io non abbia avuto il tempo di pensare la medesima cosa di lei e allora la storia prende un'altra piega.

Per dire, sono uno che se gli offrite una sigaretta in genere la rifiuta il 99% delle volte e dieci minuti dopo ne accende una delle sue (penso che le sigarette facciano male e se qualcuno me ne offre voglia farmene).

Considero questa cosa guaio non da poco, nella realtà i ruoli sono diversi: sono le donne a scegliere, hanno il potere (il Pink Power, o Pussy Power fate voi) e tanto più ne hanno quanto più riescono a lasciarci intendere che siano i maschi a esercitarlo; coltivo insomma l'illusione di esercitare un diritto di scelta che nei fatti è però limitato.

Darla, si diceva; "Ma a chi?", suona come quella battuta di "Vacanze di Natale", la ricordarete: "Fai come Lucio, Dalla!" okay okay, torniamo seri.

Cerco su Google e mi si chiarisce niente, c'è una Darla Crane pornostar e va bene "voce-volto" come si dice al doppiaggio quando la voce aderisce perfettamente al personaggio.

C'è una tale Darla Kay il cui sito mi lascia perplesso con una pagina dedicata ai ragni, una di iniziali fatte con Photoshop, ma soprattutto la pagina "gatti" in cui dice che quello amato di più l'ha incontrato a 6 anni nel 1972, comprato per 4 dollari, rabbrividisco all'idea che il nome fosse Benjamin, lo stesso del figlio nato trent'anni dopo: "Mamma, perché mi avete chiamato Benjamin" "Amore, perché la mamma alla tua età aveva un gattino e gli voleva tanto bene.." ragazzi prepariamoci a un nuovo caso di Pietromasismo.

La Darla più famosa è Julia Benz di "Buffy l'ammazzavampiri", la mamma le scelse il cognome in omaggio alla sua prima volta a 15 anni in una Mercedes.

Perché la responsabilità è dei genitori e la prossima volta che discuterò con qualcuna del nome da dare a un figlio porrò come condizione prioritaria che non abbia in altre lingue un suono che si presti a sberleffi, siamo nell'era della globalizzazione, altrimenti si rischia la fine della leggenda metropolitana sulla Toyota che sceglieva a caso i nomi delle proprie macchine da un vocabolario di italiano, aveva già sfornato la Carina, la Corolla e pareva si apprestasse a immettere sul mercato la "Vagina" finché qualcuno fece notare che immettere sul mercato una macchina con quel nome contrastava con le leggi di sfruttamento della prostituzione.

Poi hanno iniziato ad attingere al parco nomi dei figli di Albano e Romina: Ylenia, Yasmine, Yari, e si inventano la Yaris.

L'ultima volta ricordo che ci si impantanò per giorni sul nome Ludovica: "Mi piace tantissimo, però.." dicevo "Se viene bruttina, te lo immagini alle medie su cosa la prenderanno in giro? Sul nome! Le piazzano una effe al posto della vu e le rovinano l'esistenza. Soffrirà. Poi l'ultima sillaba stride con la prima del cognome, sono uguali, è cacofonico, Ludovica Ca.. soffrirà! Mi piace ma dovrò pensarne uno che faccia pendant perché il cognome non lo possiamo cambiare!".

Sono problemi.




[+] :: ore 14.10 :: 13 comments


:: by :: SuperBimba
Home is where my heart is

[indicando col dito]
Questa è la mia casa. Questo è il mio blog. Questa è la mia vita. Sono tornata e mi sento un po' a disagio dappertutto. Potrei anche scappare di nuovo.

[la headline è una citazione dei Lynyrd Skynyrd, ma soprattutto una frase che mia mamma mi ricamò in bianco su un maglione grigio, molti anni fa]

[+] :: ore 12.04 :: 13 comments


15/08/04

:: by :: FranCiskje
Stare al gioco.

Originale:
Mamma Vicié, 'a vita s'adda piglià comme vene!
VincenzoPerché io sò scemo secondo te? A vita s'adda piglià comme vene e io 'a piglio comme va? Io 'a piglio comme vene.. sulo che a mme, me vene sempe na chiavica! Guarda nu poco!

Traduzione
:
MammaVincenzo, la vita si deve prendere come viene!
VincenzoPerché io sono scemo secondo te? La vita si deve prendere come viene e io la prendo come va? Io la prendo come viene.. solo che a me viene sempre una chiavica! Guarda un po'!

Buon ferragosto, topolini!




[+] :: ore 09.56 :: 9 comments


13/08/04

:: by :: FranCiskje
S+P+R=Risposta.

Vi sembrerà cosa antica ma sono stato sottoposto a un corso di uso del telefono: il solito Papi, a 7 anni, mi prende e mi spiega che quando si risponde si dice “pronto”, che non è un saluto, ma semplice comunicazione all'altro di collegamento è stabilito.

Mi fa pensare che forse un tempo i telefoni non avevano un tono di centrale che indicasse la disponibilità della linea o gli squilli, per cui quando dall'altra parte si rispondeva era necessario il segnale univoco, rimasto inutile ma tradizionale.

Quando il telefonatore sente il pronto dall'altro capo passa alla fase due: S+P+R ovvero Saluti Presentazione e Richiesta: “Buongiorno, sono Tizio. Vorrei parlare con Caio”.

Qualche settimana fa il centralone della radio dove lavoro riceve questa telefonata:

Centralinista: “Buongiorno RadioNN sono Centralinista, mi dica..”
Telefonatore: “Tizia de Tizis”
Centralinista: “Eh?”
Telefonatore: “Mi passi Tizia de Tizis”
Centralinista: “Chi devo dire?”
Telefonatore: “Sono GLP”
Centralinista: “..di che società?” (beh, bastarda anche la centra, diciamocelo)
Telefonatore: “Sono un conduttore che inizerà a lavorare con voi a settembre..”
Centralinista: “Attenda..” “Mi spiace la signora non è in ufficio”
Telefonatore: “Allora mi faccia da ponte col cellulare”

Centralinista mette il telefono in attesa.. si gira e chiede:
“Aò ma chi cazzo è sto GLP? Mo lo mando affanculo sto maleducato..”

Insomma cari miei si preannuncia un settembre caldo, molto più caldo di questo agosto.

Intanto lui, il giovane antico si è fatto riconoscere alla prima telefonata.

[+] :: ore 15.24 :: 15 comments


:: by :: lisagialla
reaching orbit

a pochissime ore dall'atterraggio mi sorprende un'improvvisa quanto irresistibile voglia di gin tonic. e non è neanche mezzogiorno.

[+] :: ore 11.45 :: 8 comments


12/08/04

:: by :: moni
buone vacanze...

dopo l'allarme, ceretta prenotata per questa mattina alle ore 9.
il centro estetico chiude oggi.
"l'estetista questa notte si e' sentita male" dice il titolare "mi dispiace davvero, so che e' un momento particolare".
ti dispiace? momento particolare?
avrei voluto urlargli che se io non dovessi lavorare ogni volta che ho un calo di pressione a quest'ora sarei la regina dell'assenteismo.
ma sono una signora, tze.
e domani, che non lavoro ma avevo gia' due miliardi di cose da fare prima di partire, coltello tra i denti faro' finta di essere Alice ed entrero' nel primo centro estetico aperto.
date un'occhiata alla cronaca di roma sabato. tanto per.


[+] :: ore 10.23 :: 6 comments


11/08/04

:: by :: lisagialla
must drink

dopo pranzo, come sempre, caffé ma al baretto inusuale; alzo gli occhi e davanti a me si para la cosa gialla.
io non ho trovato il coraggio ma voi, l'avete mai assaggiata? a base di lime e guaranà, c'è scritto sul sito [in flash, ahimé]. paura.

[noterella di cazzeggio: venerdì sera si pensava di festeggiare al wu-taiyo di via adige, chi desidera aggregarsi batta un colpo]

[+] :: ore 14.58 :: 7 comments


:: by :: FranCiskje
Ferreo regime dietetico.

E' chiaro: dopo il crollo dell'hard disk ho reinstallato quello che potevo per iniziare questo lavoro ingombrante che mi occupa gran parte di un agosto previsto inizialmente di quasi relax, di molto tempo libero anche se non di vacanza.

Tralascio qualche programma utilizzato raramente, per altri che vorrei utilizzare mi costringe alla rinuncia la scoperta che alcuni CD sono diventati misteriosamente illeggibili, ma tant'è: meglio evitare certi mastodonti che ammazzano RAM e dischi, come Office ad esempio.

Dalla Germania arrivano gli script per questi tutorial, il primo è in Rich Text Format e va benissimo, lo legge anche WordPad, gli altri invece iniziano ad arrivare in varie forme, xls, doc, ppt.

Chiaro: il tutorial servirà per esercitarsi all'uso di Office 2003 e file sono tutti formati di Office.

Ma io quel "coso" di Microsoft sul mio computer non ce lo metto, al massimo al massimo potrei metterci Word, ma solo quello isolato senza null'altro (che tanto il resto non lo uso)

Okay, è ricatto: mi collego al sito di OpenOffice e ne scarico una copia, toh 60 mega contro i 350 e più del vecchio Office, installo e in pratica ho un programma in tutto compatibile con l'altro, solo che è gratis.

A proposito, non per essere pignoli: avete mai notato che la stessa email se la mandate con Outlook pesa 60k, e se la mandate con Eudore ne pesa meno di 10?

Ho fatto una prova un file con lo stesso testo, le stesse formattazioni, etc etc salvato con Word è 37K salvato con OpenOffice ne pesa 30.

In questo periodo di vita sto a dieta, al peso ci faccio caso.

[+] :: ore 10.17 :: 16 comments


10/08/04

:: by :: moni
the final countdown 2 - a Roman version

c'e' un posto a fregene che ho sempre snobbato, si chiama singita ed e' di quelli che le persone ignare dei miei trascorsi descrivono "fantastico, c'e' l'aperitivo alla milanese" come se tutto cio' fosse un attestato di merito indiscusso, mentre a roma questo solitamente si traduce in qualcosa da pariolino con colletto alzato e capello alla beatles.
beh dicevo, ieri pomeriggio erano le 17.45 e non potevo crederci, che l'amministratore delegato fosse entrato in stanza e mi avesse detto testualmente "c'mon, let's your pen fall down".
Io mi ero portata avanti pero' e stavo gia' facendo i miei 5 minuti di lamento al telefono con la bestiolina rediviva "voglioandarealmare-voglioandraealmare-voglioandarealmare".
La verita' e' che avevo piuttosto un bisogno disperato di andare in macchina con i finestrini abbassati e il vento in faccia. perche' e' pur sempre agosto, diamine!
arriviamo a fregene alla mia ora preferita, quando la spiaggia si svuota e intorno ai bar c'e' il profumo delle docce al cocco e le mamme asciugano i bambini un secondo prima che questi scappino di nuovo verso la spiaggia.
l'acqua e' un brodo, ci ritroviamo a contare i colori del cielo. in quel momento ci sono tutti.
a un centinaio di metri di distanza vediamo delle persone che stendono lenzuoli bianchi e cuscini sulla spiaggia, arriva un po' di musica lounge e capisco che siamo capitati proprio al singita.
decidiamo di prendere qualcosa da bere per scrutare il posto e soprattutto le persone.
due mojito, please. e sono enormi e buonissimi.
dal bancone osserviamo un signore che sembra sputato il padre di jerry cala' in sapore di mare, accompagnato da una bionda dalle labbra rifatte che somiglia ovviamente a eleonora giorgi.
c'e' un massimo ciavarro biondo e riccioluto che fa il provola con un paio di ragazzine figlie di papa' dall'ultimo cellulare.
completano il quadro un terzetto di splendide quarantenni dalla pella scurissima, con infradito con le pietre e lunghi caftani.
io sorrido divertita, bevo il terzo sorso di mojito e sono gia' ubriaca e convinta di essere a forte dei marmi.
rubiamo un bel po' di pizza bianca e in tre passi ci ritroviamo per forza di cose sdraiati sul primo telo bianco ridendo come due deficienti.
intanto il sole tramonta, le cameriere ci accendono intorno fiaccole e comincia a spargersi nell'aria il profumo di pesce arrosto.
nel frattempo l'ingegnerino ha brevettato un sistema di allungamento cannucce che ci permette di bere restando distesi e il mojito sembra non finire mai e riformarsi tipo blob, ma in realta' forse e' solo il ghiaccio che si scioglie.
abbiamo molta fame, ma non riusciamo a sollevare la testa dal cuscino.
"siamo diventati milanesi" sussurra lui.
"tze. a milano non c'e' il mare" rispondo orgogliosa.
passano quasi due ore prima di riuscire a trascinarci verso il ristorante piu' vicino.
mangiamo pesce a volonta' leccandoci le dita e guradandoci negli occhi come per la prima volta.
io continuo a ridere, fumo una sigaretta dopo mesi e sono completamente sballata.
il lungotevere al ritorno e' pieno di gente, le macchine fanno fatica a passare tra la folla, c'e' un odore fortissimo di zucchero caramellato e un'umidita' da paese tropicale.
"che fai?"
"vado a casa". rispondo con un mezzo sorriso, e non so neanche io perche'.
e nell'istante in cui apro la porta penso che darei di tutto per poter prolungare all'infinito serate come queste, piuttosto che ritrovarmi per l'ennesima volta nel momento in cui supero la porta e sento dietro di me il razionale clack della serratura.


[+] :: ore 11.18 :: 10 comments


:: by :: lisagialla
tortured soul

- e la prossima è quella prima del mare.
- ah sì? quando vai in vacanza?
- intorno al quindici di agosto.
- ti conviene prenotare. siamo aperti fino a sabato quattordici.
- davvero? addirittura fino a sabato quattordici?
- sì, ma solo mezza giornata.
- allora facciamo sabato quattordici a mezzogiorno. totale, inguine, ascelle e pedicure.
- ti lascio l'appunto.


era il terzo sabato di luglio. da allora ogni decisione è stata presa intorno alle dodici di sabato quattordici. la cena di atterraggio, i treni prenotati, le scadenze di lavoro, anche l'organizzazione delle abluzioni e delle lavatrici [1]. insomma, tutto incastrato per arrivare alle dodici di sabato quattordici in ferie, festeggiata, pulita, ridipinta, asciutta e con le valigie pronte: straaap, e poi via.

ma se mi telefoni, maledetta donna, alle diciotto di lunedì nove per chiedermi di anticipare l'appuntamento al venerdì, perché poi chiudete - volete chiudere, non che non capisca ma almeno la decenza - e il venerdì magari prima delle sei, pure, ché poi sempre chiudete - idem - come fosse nella natura delle cose - e non è - non ti preoccupare se digrigno i denti e poi bofonchio che non mi pare serio, regina dei malvagi, tanto poi va bene come sempre. mi scapicollerò, che altro posso fare? arrivare in spiaggia con tutti i miei peli addosso non mi pare ipotesi praticabile. e so già che mi farai malissimo per dispetto, male incarnato, poi insinuerai che sono grassa e flaccida e pallida e pelosa e io lì, nuda bruca e bianchiccia, potrò soltanto meditare di non tornare più perché sei sotto casa, creatura del demonio, dove altro potremmo andare, io e il mio appunto?

[1] cosa che ricordo essere piuttosto complessa, di questi tempi a casa mia. immaginate? la situazione è indicibilmente peggiorata. adesso perdono anche i tubi: pavimenti e soffitti grondano acqua.

[+] :: ore 10.54 :: 38 comments


09/08/04

:: by :: lisagialla
the final countdown

è arrivata, infine. è la mattinata dell'irrealtà. già ieri le prime avvisaglie, quando impavidi siamo usciti per colazione ma in giro c'erano solo cartelli di 'chiuso per ferie' e un vecchietto con le lacrime agli occhi che chiedeva dove diavolo avessimo trovato i quotidiani che stringevamo in mano. dritto di là, signore, fino in fondo alla strada. nel frattempo, il coinquilino ha intravisto un ingresso che gli è parso socchiuso. miraggio: è un bar, è aperto. lasciata di presidio una ragazza cinese a mille decibel arrivata in italia solo qualche ora fa, apparentemente. urla e non capisce e più non capisce e più urla. untoastnormaleuntoastsoloformaggio.
bisogna essere stronzi per gettare una povera ragazza cinese nell'universo tormentato delle fontine e dei taleggi in pieno agosto e poi normale, normale, si fa presto a dire normale. si avvicina al tavolo di formica gialla dal quale dirigiamo le operazioni con una fetta di pancarré per mano: è questo 'normale'? nessuna pietà: ordino anche una spremuta d'arancio, un cappuccino scuro e una bottiglietta d'acqua. frizzante.

stamattina, invece, il silenzio. le strade deserte, addosso il mio gessato più sciatto e la camicia della prima comunione. mi guardo intorno, incrocio poche occhiaie solidali. alla fermata, a prima vista, solo due gli italiani da più di tre generazioni: io e il tizio che mi spinge per obliterare. per la prima volta nell'anno solare riesco a sedere sulla rossa, sulla gialla mi sdraio - non ho ancora aperto gli occhi - e coccolo l'idea di farmi trascinare da un vagone maledetto fino a san donato e poi indietro e ancora, ma la metropolitana di milano è ineluttabile, figurarsi, mai un guizzo, arrivo e per scendere calpesto l'umore. fuori il cielo è grigio come a marzo, il prossimo che vedrò sarà blu notte, mancano solo quattro mattine alle mie due striminzite settimane meravigliose di vacanza. caffé.

[+] :: ore 11.04 :: 16 comments


08/08/04

:: by :: FranCiskje
Ti prometto che sarò un signore (non un pirata)

Sabato pomeriggio, ore 17.00 circa; il bambino che pur ragazzino è uomo splendido, o almeno colui che si suppone sia, fa il suo ingresso all'Orecchio Verde.

Ha il faccino stanco di chi:
a) Ha dormito poco.
b) Per dormire ha dormito, ma si è svegliato da mezz'ora.

Lo incrocio, saluti, lamenta stanchezza, ribatto: "Ma che sei stato in collina tu?"

"Aò, ma che è sta storia? Ma come..?"

Due minuti prima, lamentando stanchezza con il suo collega in studio centrale si era sentito rispondere: "Lo so, era scritto su Internet!"

Il giovinetto non ha più detto parola fino a sera, consumando succo tropical, biscotti ricostituenti e repliche inframezzate da informazioni.

Perché esiste ancora qualcuno che non sa del Microbloggiallo.

Inspiegabilmente.


[+] :: ore 11.28 :: 6 comments


:: by :: SuperBimba
Parto

La valigia è chiusa, non ho altre scelte.
Un bacio.

[+] :: ore 09.38 :: 5 comments


07/08/04

:: by :: FranCiskje
Sono il fantasma formaggino...

...hanno bloccato il decollo di un aereo da Lametia Terme a Milano per il rischio di un attentato: un passeggero ha trovato un biglietto di minaccia nella tasca del sedile, lo ha consegnato al personale di bordo che ha avvisato la polizia dell'aria (la Polaria).

Si è deciso di far scendere tutti e controllare il velivolo, perché di questi tempi meglio non correre rischi inutili.

In realtà bastava leggere il messaggio: "Ciao, sono un terrorista.. oggi morirete tutti"

Non saprei, ma io per ridere non ho dovuto neanche pensarci.


[+] :: ore 16.45 :: 2 comments


:: by :: SuperBimba
Ti prometto che sarò una signora.

Lo so che non bisognerebbe postare alle nove del mattino appena rientrati da una notte di inferno e paradiso, di chiacchiere e di ricordi, di alcool e di sudore, di lacrime e di musica, poi di sguardi e batticuori - ma a fondo perduto. Al bambino con le smorfie curiose ho regalato un'alba in collina per poter rimanere un ricordo appiccicato a quel silenzio. E vorrei che il bambino (che, pur ragazzino, è già uomo splendido) rimanesse indelebile almeno nelle parole scritte, anche se conservare il ricordo di una notte così assurda può essere tenacemente doloroso.

perché mi stai portando qui?
ma piccolo: per scriverlo.
(e per restarti da qualche parte, dentro)


[+] :: ore 09.20 :: 16 comments


05/08/04

:: by :: SuperBimba
Concorrenza sleale

Ieri a pranzo ho incontrato un amico. Egli è bello. Ma bello sul serio, un George Michael etero perdipiù tatuatissimo deejay in uno dei posti di Milano che se ci vai, allora sì che sei fico.
Roba che eravamo lì a chiacchierare in piedi in mezzo al locale e per qualche minuto siamo diventati una specie di attrazione turistica. E mentre lui mi parlava, di robe di lavoro e di cuore, pensavo che la sua bellezza così inequivocabile mi lascia del tutto indifferente. Non che io non sia colpita dall'aspetto fisico di un uomo, anzi, mi rendo conto di esserlo (stupidamente, lo riconosco) sempre più con l'andare del tempo. Mi attraggono, piuttosto, i tipi con un bel sorriso e lo sguardo intelligente. Il problema è che mi piacciono i brutti che piacciono, sì, ma che piacciono proprio a tutte. Avete presente quelli a cui si riferiscono le attrici splendide, le veline e le modelle quando dicono non uno precisamente bello, ma uno che mi faccia ridere?

[+] :: ore 15.20 :: 28 comments


04/08/04

:: by :: SuperBimba
Ops!

Mio padre, che non sa nemmeno mandare gli sms, ha iniziato a gironzolare su internet tre settimane fa. E' destrimano ma usa il mouse con la sinistra, perché dice che si trova più comodo. Mi racconta stupitissimo che apre gogle (sic) e che ci trova tutto. E mi ha confessato candidamente che nella cronologia ha trovato il mio blog e la scheda in iftf, che infatti ora campeggiano nei suoi preferiti. Avviso per chiunque leggesse quella scheda: è molto vecchia, non sapevo quello che scrivevo.
Giuro, papi:)

[+] :: ore 15.44 :: 19 comments


:: by :: lisagialla
sintesi

ne il viaggio di un cuoco anthony bourdain - lo chef simpatico, stronzetto e un po' saccente di kitchen confidential - viene pagato per andare ovunque nel mondo alla ricerca del pasto perfetto - pregherei la gentile signora sulle rive del lago di mantenere la calma - con troupe al seguito. ebbene, esistono disgrazie peggiori. il libro, sarà la fame di vita degli ultimi giorni, mi sembra pieno di posti ben raccontati e cibo di conseguenza, o viceversa. insomma, dubito sia un caso ma il pranzo di oggi mi è sembrato l'istante essenziale, quello in cui tutti i dettagli si incastrano, si congelano e raccontano. il rumore rallentato del condizionatore che si spegne. il collega che raccoglie le sue cose ed entra ufficialmente in ferie, davanti ai miei occhi. il corridoio di plastica deserto. lo zenzero sintetico. il sashimi di storione, grasso senza averne l'aria. in sottofondo, silenziosa, the flower of carnage.

[+] :: ore 15.51 :: 9 comments


:: by :: karen
...

"Non c'è felicità per chi non viaggia Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.
I piedi del viandante diventano fiori,
La sua anima cresce e da frutti
E i suoi vizi sono lavati via dalla fatica del
viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove,
Dorme quando quello è nel sonno
E si alza quando quello si desta.
Allora vai viaggia, Rohita!"


Tiziano Terzani
Un altro giro di giostra

Buone Vacanze!
Karen

[-1 h]

[+] :: ore 11.50 :: 1 comments


:: by :: mae*
colazioni meno traumatiche

Con colpevole ritardo vi segnalo un delizioso ricostituente emotivo, piazzato lì dove può facilmente sfuggire. Il sabato su Canale5 intorno alle 9 del mattino va in onda il ciclo "Vacanze con Audrey".
La settimana scorsa ho casualmente intercettato le ultime scene di Sabrina, mentre il prossimo sabato sarà il turno di Vacanze Romane. L'affascinante potere ipnotico è innegabile. Lo so che sappiano a memoria le scene di tutti i film, ma è un dolce piacere per gli occhi belli e un toccasana per quelli sognanti (li sentite i flap flap?). Propedeutiche dosi settimanali potrebbero risollevare perfino la torrida estate.

[+] :: ore 00.38 :: 8 comments


03/08/04

:: by :: SuperBimba
Epiphany!

Non ho riconosciuto la voce di Mr.Big al telefono.

trascrizione della telefonata:
[suoneria di Will&Grace, mentre SuperBimba esce dalla doccia]
Essebì: pronto?
Mr.Big: pronto?
Essebì: sì, pronto?
Mr.Big: parlo con Essebì? [1]
Essebì: sì, sono io.
Mr.Big: ahò, ma che voce ciai?[2]
Essebì: boh, la mia. ma con chi sto parlando?
Mr.Big: sono Mr.Big.[3]
Essebì [esultante per la conquista del mancato riconoscimento vocale, con voce del tutto naturale]: ciao, bentornato, dimmi.
[la telefonata, quindi, scorre su tranquillissimi binari professionali]

[1] ovviamente lui ha usato nome e cognome.
[2] che fascino, eh?
[3] vedi punto [1].

[+] :: ore 16.05 :: 6 comments


:: by :: FranCiskje
No fear!

Il post precedente è stato oscurato dalla Polizia Giudiziaria, le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile, e via al cartello con le pecore e i panorami di amene località italiane.

A ripensarci uno finisce per chiederselo se quella fu un'invenzione della televisione italiana (e soprattutto se ne abbiamo mantenuto l'esclusiva mondiale) oppure se l'avevamo copiata da qualche altro paese che gli intervalli li faceva allo stesso modo.

Io credo che prima dello Zurlì non se ne faccia nulla, per cui a chi nei commenti ne chiedeva conferma, ebbene sappia che la risposta è: SI.

Il posto si chiama Smoking, via Bugatti 7, ci vediamo alle 19.30; e potendo redigere un censimento di partecipanti (per numero di adesioni) posso chiedere se ci riservano un tavolo, altrimenti vista la stagione e la progressiva desertificazione cittadina, si va all'avventura con grandi possibilità di successo.

Si passa da viale Coni Zugna, in via Bergognone fino in fondo (e magari provare a lasciare le macchine) ci si infila a piedi nell'ultima stradina a sinistra, e in 47 secondi (dico quarantasette) si arriva in via Bugatti.





[+] :: ore 15.39 :: 23 comments


:: by :: karen
I buoni e sani principi morali

Non so se ne abbiamo già parlato tempo fa, ma a me ogni anno, in questo periodo, viene voglia di tirare un po’ le somme sulle cose fatte e soprattutto su quelle non fatte durante l’anno. La conclusione di tutte le elucubrazioni (che qualcuno definisce ‘seghe mentali’) è che a Settembre cambierà tutto!
Una buona analista (?) non rileva solo i problemi ma trova anche delle soluzioni.. ecco che casca a ‘fagiuolo’ l’elenco dei corsi del comune di Milano che quest’anno mi vedrà impegnata in questo, questo e se mi avanza tempo anche in questo.

[Ho pensato che scrivendolo, forse, riuscirò a mantenere almeno una delle promesse!]

[+] :: ore 10.19 :: 21 comments


02/08/04

:: by :: FranCiskje
What I have done to deserve this? (!)

Anzitutto grazie per l'accoglienza inaspettata anche se, merito della fama che vi precede, non mi ha sorpreso.

Inizialmente ho creduto di avere fatto poco di giallo nella mia vita per meritare l'onorificenza, così ho provato a spremere le meningi alla ricerca dei miei trascorsi nel campo per giustificare a me stesso un tributo che mi pareva ingiustificato.

Sono figlio di genitori ormai anziani, lui del '29 e lei del '37, nati e cresciuti in un remoto paesello irpino al tempo in cui il colore più di moda era il nero; ci si vestiva di quel colore per due sole ragioni: per rendere visibile un lutto e per simpatia politica; e tale per loro è rimasta negli anni la sua funzione sebbene in famiglia si sia promossa una predilezione per i colori scuri, blu, marrone, raramente il verde: il massimo chiarore concesso erano certi derivati come l'azzurro, il beige o il non colore.

Attribuirgli un diminutivo era sinonimo di luce, marroncino, azzurrino, beigiolino, verdino, giallino e via di seguito era un modo per dire un colore, ma non proprio quello, insomma un surrogato, qualcosa che è, ma non è.

Infanzia e gioventù di chi scrive sono state caratterizzate da questa sobrietà cromatica in cui i cosidetti toni forti erano banditi, il rosso mammà lo considerava addirittura scandaloso pur se non ho mai capito cosa intendesse realmente con quel termine, mentre il giallo e l'arancione presentavano un problema contingente: passando molto tempo in bicicletta per le strade sterrate del "ciumariello" (un fetido fiumiciattolo che scorreva nella campagna oltre la ferrovia) ci si "azzeccavano" i moscerini.

La mia prima e unica maglietta gialla in età pre-puberale raffigurava la sagoma nera di Celentano con le braccia aperte a gabbiano nel logo di Yuppi Du, avete presente la posizione di Karate Kid in riva al mare sul tronco? Molto simile per le braccia, solo che Celentano i piedi li teneva ben piantati in terra con gambe leggermente divaricate nei jeans a zampa d'elefante.

Da grande finisci per scegliere ciò prima non hai potuto, così nella mia prima casa (anno 1987) comprai una cucina bianca con maniglie e profili gialli, i bicchieri con l'orlo giallo, le posate con i manici gialli, il colapasta Guzzini giallo, la formaggiera e la grattugia gialle, i piatti bianchi con due righe gialle sui bordi e pure un accappatoio assolutamente giallo.

Poi la fissa sparì, quel colore cessò di essere oggetto del desiderio rientrando nella normalità delle preferenze, c'è del gran giallo nel blog (#FFCC00), ho pubblicato una foto in maglia gialla, un'altra indossata tempo fa e catturata da una webcam è finita qui nella barra a sinistra, ma è tutto: non ho mai letto Agatha Christie e altri autori del genere, non mi sono mai appassionato al Tour de France e non ho visto nessuno dei due episodi di Kill Bill, anche se a 11 anni ho sbagliato la dose di acqua ossigenata [1] e ho gironzolato qualche settimana con i capelli semi-platinati.

Però, ogni volta che pronuncio la parola "giallo" non riesco a non pensare alla faccia di Pippo Franco abbinata alla Lotteria Italia [2] di molti anni fa, quando nella trasmissione condotta insieme a Laura Troschel lanciava il gioco guardando fisso l'obiettivo della telecamera e annunciando solenne: "E ora... gggialllooo" storcendo la bocca e roteando la testa.

Ancora adesso, picchiettando sui tasti per arrivare fin qua immagino quella faccia solenne e buffa, il naso pronunciato e la bocca che "ciancica" sul finale l'indirizzo che sto scrivendo: MicroBlog.. gggialllooo!!!

E rido da idiota.

[1] Desiderio di emulazione: c'era un tizio biondissimo in spiaggia con il costume giallo, sembrava caduto da un'astronave, lo chiamavamo "Metallicus".
[2] Scacco Matto, anno 1980/81. Tra i conduttori c'era pure Claudio Cecchetto. Nel programma due squadre di concorrenti si misuravano nella capacità investigativa di venire a capo di un caso poliziesco. La sigla, con il titolo del programma, era cantata da Pippo Franco. ("Mi scappa la pipì papà", era del 1979).
[3] ? Zurlì. Il 3 agosto alle 19.30. A Milano, via Bugatti,7. Chi viene?
[4] Il titolo del post è una canzone dei Pet Shop Boys con Dusty Springfield.


[+] :: ore 23.46 :: 16 comments


:: by :: lisagialla
far west

è il primo agosto, ho davanti a me ancora due settimane di ufficio matto e disperatissimo. essenzialmente matto, visto che l'astuto piano ferie mi lascia sola a dirimere ogni dubbio tecnico da qui in poi, senza rete e senza stampante, e che il signore mi conservi la salute.
fin qui, tutto bene.
è il primo agosto, la signora delle pulizie è in ferie per tutti e trentuno i giorni, la qual cosa mi rende unica responsabile di ogni malfunzionamento casalingo - essendo il coinquilino troppo impegnato nella somministrazione di calmanti in dose variabile, monotona crescente - e priva di qualsivoglia capro espiatorio, oltre che con le scarpe sportive nell'anta sbagliata e i misurini per il pane sempre chissà dove.
fin qui, tutto bene.
è il primo agosto, da ieri la lavanderia - già aperta poconiente nel resto dell'anno - è diventata inespugnabile. solo con sprezzo impavido della catalessi sono riuscita a introdurmi nella stanza dei bottoni prima delle dodici di sabato e recuperare le uniformi necessarie e [speriamo] sufficienti al completamento della missione 'estate infernale', più relativi sottogiacca. d'ora in poi la regola sarà semplice e senza scampo: se è sporco, se serve, si ricompra. tale e quale o equiparato.
fin qui, tutto bene.
è il primo agosto, da domani e per quindici giorni la casa sarà preda di una famiglia di imbianchini: si comincia col vestire i mobili della camera da letto e poi, a rotazione, si procede a campeggiare in tutte le stanze cercando di sfuggire ai fumi e agli schizzi. per carità, la grigliata sul tappetto ha sempre un che di romantico senza frontiere, dormire nella vasca da bagno magari meno ma tant'è.
fin qui, tutto bene.
è il primo agosto, a proposito, la caldaia ha esalato un ultimo, gelido respiro. il rituale bagno della domenica si è trasformato in un episodio isterico di quantum leap, con tanto di coinquilino che mi versa addosso pentolate di acqua più o meno tiepida. in quella casa nella prateria, quindi, verrà istituita l'abitudine borghese del parrucchiere una volta a settimana. a trovarne.
fin qui, tutto bene.

l'atterraggio è previsto per le diciannove di venerdì 13: il capitano sarà felice di salutare simpazzanti e supporter presso un qualche mondano punto di ristoro. sempre che ce ne siano. di simpatizzanti, supporter o punti di ristoro aperti.

[+] :: ore 11.19 :: 24 comments


:: by :: karen
...

"Uno dei sintomi dell'arrivo di un esurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro consiglierei una vacanza" Bertrand Russell

[-3]

[+] :: ore 10.57 :: 3 comments


01/08/04

:: by :: FranCiskje
O.M.R.I.

Stamattina discutevamo su quali fossero attualmente le onorificenze di cui un cittadino italiano possa essere insignito scoprendo che in dieci riuscivamo a metterne a fuoco soltanto tre: quella di Cavaliere, di Commendatore e di Merito civile e militare, ma le cose stanno diversamente.


Abbiamo una quantità di cavalierati: semplice, del lavoro, di Gran Croce a cui si può conferire la decorazione di Gran Cordone [4], della Stella della Solidarietà italiana, dell'Ordine di Vittorio Veneto, ci sono gli Ufficiali (il normale e il Grande, come il Big Mac del McDonald con "patata" contestuale) i Commendatori della Repubblica o della Stella di Solidarietà e meriti infiniti, dalla sanità all'arte, alla cultura.


Ce n'è una bellissima: la benemerenza per otto lustri di lodevole servizio nelle scuole elementari [1] qualche decina a carattere militare suddivise tra Esercito, Marina e Aeronautica.


Per suggellare la patria riconoscenza vengono consegnate medaglie, croci e stelle [2], e io mi sono chiesto se magari consegnando una Stella Aeronautica anzichè l'inno di Mameli, al momento di afferrare il fregio, la banda non potesse suonare quella tal canzone di Bennato utile anche a ricordare che in qualche tasca abbiamo un telefonino, e che durante le cerimonie ufficiali è meglio spegnerlo.


Mi sono chiesto come sarebbe la consegna di una Stella Marina, magari disegnata in ippocampo lungo; tutti con la muta e le pinne a respirare da un boccaglio durante la cerimonia al "Café del Mar volumen ocho"; no, niente Stelle, ai militari solo medaglie, in oro argento o mirra, quest'ultima conferita ai militi distintisi in compiti di redenzione, ovvero casi di riuscita persuasione per cui la detenzione si sia resa inutile.


Poi ci sono i cittadini normali, come me e come voi, che nonostante scrivano un blog non possono aspirare a nessun riconoscimento diverso dal pubblico di cui sono pubblico; una volta c'erano gli GnuAwards ma sono deceduti (sì, decaduti, ma tanto è uguale), c'è un premio WWW ma guadagnarsi un posto al Sole (sia pure per 24 ore) è impossibile per una categoria non contemplata.


E poi c'è questa cosa inaugurata da Squonk a luglio, il superpremio del MicroBlogGiallo, il "Giallino del mese".


Consiste in un'autointervista della durata di 30 giorni e una foto sul paginone centrale di PersonalitàConfusa vestito solo di un paio di scarpe (rigorosamente gialle) che si può decidere se calzare o utilizzare come "validosostitutodifogliadifico" [3] attorniato dal gran consiglio delle tenutarie in burka (pure rigorosamente giallo).


Cos'altro potevo fare? Ho accettato!
L'ospitalità qui è pur sempre il meglio che c'è.


[1] Si parla di lustri. Una legge di qualche anno fa abolì l'uso di nomi per i lassi di tempo come il bimestre o il trimestre: forse il lustro è ancora in voga. Otto, per un totale di 40 anni: considerando età e progressi conseguiti negli studi, potrei ambire a questo riconoscimento.
[2] Per particolari categorie sono previsti cacciaviti (imprenditoria vitivinicola) e brugole (dipendenti Ikea). Ai cattolici quasi soltanto croci per effetto del Concordato (ma questa volta Tremonti non c'entra)
[3] Non per vantarmi ma basterebbero una fibietta o un ritaglio di tomaia.
[4] Scusate, nota aggiunta in corsa; SMS stamattina: "Hai dimenticato il Cavaliere di Gran Culo, decorato di Gran Bordone." Credo ce l'avesse con l'inquilino di Palazzo Chigi.



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