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Il giallino del mese

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31/05/05

:: by :: jaisalmer
Il grande trollaio

Questo mese, oltre alle centinaia che abitano lo scantinato e che mi hanno impedito di postare decentemente, mi son trovato due troll in casa. Allora, approfittando dell'assenza del boss, trolleggio per qualche giorno, si sa mai, se mi mandano via dallo scantinato potrebbero dare anche a me il PhD in trollaggio.

Ohlala', ohlala'.

[+] :: ore 23.13 :: 1 comments


:: by :: jaisalmer
The Bitch Factor/1

Uno fa una vita epicurea, e subito arriva chi, dati alla mano, sostiene che l'amore sia piu' potente che, ecco, fare l'amore (via Livescience.com)

[+] :: ore 23.08 :: 1 comments


:: by :: karen
...

mai più senza

[+] :: ore 17.14 :: 7 comments


30/05/05

:: by :: SuperBimba
Sign 'o' the times

Televisione locale. Spot lunghissimo del mobilificio Rudiana. Il claim è pazzesco: alta qualità, prezzi cinesi.

[+] :: ore 22.27 :: 2 comments


:: by :: SuperBimba
Altera e irraggiungibile eccetera eccetera

l'uomo della mia vita non guida una bmw cabrio non porta i capelli alla amicidimariadefilppi non indossa scarpe bicolori.
l'uomo della mia vita non guida una bmw cabrio non porta i capelli alla amicidimariadefilppi non indossa scarpe bicolori.
l'uomo della mia vita non guida una bmw cabrio non porta i capelli alla amicidimariadefilppi non indossa scarpe bicolori.
l'uomo della mia vita non guida una bmw cabrio non porta i capelli alla amicidimariadefilppi non indossa scarpe bicolori.
l'uomo della mia vita non guida una bmw cabrio non porta i capelli alla amicidimariadefilppi non indossa scarpe bicolori.


Però da domani tutte le sere verso le diciannove e venti passerò da Blockbuster e il cielo mi strafulmini se ci torno struccata e in tenuta da palestra.

[+] :: ore 21.53 :: 5 comments


:: by :: karen
Adesso..

io so un sacco di cose! e ora posso dedicarmi, serenamente, a questo! (con dedica dell'autore a Karen)

[+] :: ore 14.45 :: 3 comments


:: by :: SuperBimba
Una parata di vip in mezzo alla campagna

Il Macca ci delizia con l'ultima perla di Flavia Vento? Io potrei contrattaccare con l'ntervista di Anna Falchi sull'ultimo numero di Gente, ma dovrei mettermi a copiarla e francamente è un lavoraccio. Siccome preferisco il cut&paste, ma vorrei ugualmente stupirvi con effetti speciali, vi auguro un buon inizio di settimana con questa meraviglia di agenzia.

ANSA 3 - 29/05/2005 20.03.00 - NOZZE DI DIAMANTE CON VIP PER GENITORI 'LELE' NEL RODIGINO

(ANSA) - BAGNOLO DI PO (ROVIGO), 29 MAG - Una parata di vip in mezzo alla campagna: il piccolo paese di Bagnolo di Po ieri si e' illuminato di stelle - quelle dello spettacolo e della televisione - giunte da tutt'Italia per le nozze di diamante di Arno e Amerina Mora, 83 e 80 anni, genitori di Lele, il manager dei divi. Per Arno e Amerina, Lele ha organizzato una festa indimenticabile, con tanti personaggi che fanno parte della sua scuderia. Erano le 12.30 quando davanti alla chiesa si e' fermata una lussuosa Daimler Crysler guidata da Costantino Vitagliano, l'autista d'eccezione dei due sposi. Accompagnati dal figlio, Arno e Amerina si sono seduti davanti all'altare, sessant'anni dopo la prima volta. A celebrare le nozze era don Mazzi, anch'egli ormai parte del mondo dello spettacolo, buona parte del quale era seduto nella piccola chiesa. Fra i tanti vip si potevano riconoscere Raoul Bova con signora, Valerio Merola, Luisa Corna, Paolo Limiti, Walter Nudo, Daniele Interrante con la fidanzata Melissa Satta, Remo Girone, Carmen Russo con il compagno Enzo Paolo Turchi. Un'ora di cerimonia, poi la festa e' proseguita nel vicino campo sportivo dove era stato allestito un enorme tendone bianco. Gli invitati al pranzo erano 350, due terzi dei quali gente del paese, che in tutto fa 1.200 anime. In chiusura di giornata, il concerto di Al Bano e cancelli aperti per permettere ai fan di scattare qualche foto ricordo. (ANSA).


[+] :: ore 08.38 :: 12 comments


28/05/05

:: by :: troll
Elogio del femminismo

Uno dei più impliciti e ricorrenti luoghi comuni, financo volgari, ci sovviene a fronte di un crescente numero di spettacolini catodici ove s’agitino signorine e signorini, letterine e numerini, stelle di una sera o di un pomeriggio, reggitrici di microfono in perenne sorriso da emiparesi: dice insomma che in certi ambienti soprattutto televisivi, e soprattutto femminili e soprattutto romani, ci sarebbe una certa facilità di costumi; dice insomma che ci sarebbe una ridondanza di fanciulle regolarmente disposte a tutto e che non esitano a poggiare le terga sul famigerato divano del produttore, ma che può essere anche del regista, dell’autore, del giornalista, se necessario del tecnico del suono. Bene. Voglio dirlo a titolo personale. Sarà diec’anni che per svariate ragioni e spesso malvolentieri mi capita di bazzicare questi famigerati ambienti: sicchè ritengo davvero di averne viste tante e ho assistito in effetti alle bassezze più orrende, agli sgomitamenti più selvaggi; tuttavia, in onestà, devo proprio dire che tutta questa presuntissima succitata facilità di costumi - soprattutto se paragonata a qualsiasi altro ambiente professionale - porca miseria se è vera.

Filippo Facci, Il Giornale

[+] :: ore 15.59 :: 35 comments


:: by :: troll
Le invasioni barbariche

Ormai l'estate è alle porte, i telegiornali attaccheranno con la solita storia dell'afa soffocante, e anche i blog non se la passeranno bene. Con la bella stagione ti cala la voglia di stare appiccicato al computer e prendere un po' d'aria non può fare che bene. Lisagialla, che ha capito tutto, ha già abbandonato l'italico suolo. Non prima però di aver nominato il giallino di giugno che, considerato tutto quello detto fin qui, poteva essere soltanto uno che non ha un blog da mettere all'ombra e neanche le ferie prenotate. Un troll insomma. E per essere troll fino in fondo, il giallino di giugno, si presenta naturalmente a maggio. Così, giusto per rompere un po' i coglioni.

- Mamma, sono il giallino del mese!
- E cosa sarebbe? Un'altra storia di droga?

[+] :: ore 11.59 :: 3 comments


27/05/05

:: by :: lisagialla
after today

nella disorganizazione totale che mi contraddistingue, lascio ogni cosa come sta: la vita, la casa, il blog e tutto quanto. so che sopravviverete, per esempio, all'imminente sconsiderata sovrapposizione di giallini.
consider me gone.

[+] :: ore 23.13 :: 3 comments


:: by :: morgan
Se la Garbo rideva...

...Silent Bob, finalmente, parla!

[+] :: ore 15.01 :: 0 comments


:: by :: jaisalmer
Perle ai porci


pearls before swine


©Stephan Pastis

[+] :: ore 13.40 :: 0 comments


:: by :: lisagialla
gita di istruzione

qui non c'è niente da vedere, tutti di là a votare il poverino's della settimana.

[+] :: ore 00.22 :: 0 comments


26/05/05

:: by :: SuperBimba
Giovane, senza esclusione di colpi

Continua la mia guerra contro le commesse. Un conflitto senza esclusione di colpi, quasi come quello contro i peli superflui. Ho sperimentato una nuova arma, semplicissima ma efficace: quando una commessa dall'aria anoressica/adolescente/annoiata mi dà del lei, le rispondo dandole del lei anch'io.
Provate. Non la convincerete che non siete vecchie babbione (quando invece è assodato che siamo gggiovani, sfacciate e talvolta persino anoressiche, anche se solitamente in apnea), ma ve lo consiglio, perché sarà troppo bello vedere la faccia che fa.

[+] :: ore 18.21 :: 8 comments


25/05/05

:: by :: SuperBimba
Poverina's

Concordo col Vanz: non è dato di avere tutti vantaggi e nessun disagio soprattutto nelle diete perché come si dice a casa mia per comparire bisogna soffrire[1]. Quindi sono tutta orgogliosa dei miei jeans inequivocabile taglia 28 comprati a Sanremo che essendo ingrassata durante l'inverno prima non si allacciavano poi sblusava la ciccetta poi non respiravo granché poi andavano bene ora sono nella categoria pantaloni dell'obesa[2].

Però.
Nell'inferno che è diventato il posto in cui lavoro[3], le collegucce si ritrovano ogni tanto in quel confessionale che è la segreteria di redazione. Talvolta è il taglia e cuci, sport in cui dò il meglio di me. Talvolta è il muro del pianto. Quello che segue è un estratto da un recente muro del pianto.

[Essebì] non ne posso più.
[colleguccia di Essebì] nemmeno io.
[colleguccia di Essebì] sono tutti degli stronzi.
[colleguccia di Essebì] bastardi maledetti.
[seguono improperi assortiti di altre collegucce]
[saggia segretaria] eggià. questo posto è un inferno[4]. A quella [indicando una colleguccia] viene il mal di testa a quell'altra [indicando un'altra colleguccia] la paralisi alla spalla a quell'altra ancora [riferendosi a un'assente] la depressione che è piena di psicofarmaci e questa qua [sì proprio Essebì] guardatela ha smesso di mangiare poverina com'è ridotta.
[Essebì] ...
[colleguccia di Essebì] già, sono tutti degli stronzi.
[Essebì] ...
[colleguccia di Essebì] già, bastardi maledetti.
[Essebì] ...

[1] oh, a casa mia si dice così.
[2] è autoironico. sono quei pantaloni che puoi mettere anche in quei giorni in cui ti senti un omino michelin.
[3] non ve ne scrivo, perché so che quando sono lamentosa si impenna il tasso di suicidi. e comunque è un inferno, fidatevi.
[4] vedete? io non sono saggia ma lei sì e dice che è un inferno quindi se lo dice anche lei, fidatevi.

[+] :: ore 19.18 :: 19 comments


:: by :: lisagialla
one way or another

alzarsi estenuate nel cuore della notte e scoprire che il latte di soia fa irrevocabilmente schifo. aprire gli occhi qualche minuto dopo e scoprire che con un caffé caldo sul comodino alzarsi è sorprendentemente possibile.

[+] :: ore 08.45 :: 35 comments


23/05/05

:: by :: lisagialla
segnalibro

questa è la fine dell'inizio della terza delle ultime due settimane. un pat-pat sarebe gradito.
[che stavolta sia la volta buona, ché il presente scivola già]

[+] :: ore 20.25 :: 18 comments


:: by :: jaisalmer
It's not always raining, girls¹

Ci sono cose che non capisco: per esempio, perche' a Londra all'alba c'e' spesso il cielo totalmente sgombro da nuvole?

¹a rigor di logica saremmo quasi in estate².
²dicesi estate noto fenomeno meteorologico verificatosi oggi per il quale la temperatura del vostro ufficio con pareti rivolte a ovest aumenta vertiginosamente di pomeriggio con relative smadonnate.

[+] :: ore 16.18 :: 3 comments


:: by :: SuperBimba
It's raining men

Che bella la primavera! Per qualche giorno c'è tanto sole e gli uccellini fanno i bisognini sui finestrini della mia automobile. Poi piove forte forte, così le gocce mi lavano la macchina.

[+] :: ore 14.49 :: 8 comments


20/05/05

:: by :: SuperBimba
Nero su grigio

Macchia, puzzicchia ed è effettivamente un po' sbiadito. Cita i blog, in un angolino nascosto, il che pare faccia molto trendy e anche molto trentenni. E scopre che esiste la usb generation, cosa che i blogger davano per scontata da mo'.
Però non giudicheremo dal primo numero.

[+] :: ore 16.32 :: 3 comments


:: by :: lisagialla
the doctor is in

si raccolgono adesioni per un acquisto compulsivo. [maccamail]

[+] :: ore 09.25 :: 36 comments


:: by :: jaisalmer
Con cinquecento anni di ritardo

Il CEO di Google: "Let the engineers run wild"

[+] :: ore 04.17 :: 2 comments


:: by :: jaisalmer
Lost in a deluge of data

[If I make it tonight it'll be all right
it'll make a good song or something
I've been trying to give myself reasons to live
and I really can't think of one thing]


Le gialline, che come si sa tendono ad apparire e scomparire a sospir di vento, son tornate a postare. Bene, vi domanderete, dov’e’ finito il giallino?

[I drive around, I walk around in circles
'cause I've got no sense of direction
and i guess I've got no sense at all]


La questione e’ semplice, la vita di un giallino a volte puo’ essere molto complicata. Puo’ capitare di dover traslocare, puo’ capitare semplicemente che l’interminabile vassoio delle cose da fare, che gia’ arriva al soffitto, arrivi al punto di non ritorno e che vi ritroviate d’un tratto seppelliti sotto quintali di carta, senza sapere perche’, anzi lo sapete benissimo.

[all the umbrellas in london couldn't stop this rain
and all the dope in new york couldn't kill this pain
and all the money in tokyo couldn't make me stay
all the umbrellas in london couldn't stop this rain]


E allora un giallino per un’intera settimana lavora di notte, nel silenzio siderale, interrotto solo dal ticchettio della tastiera, dal ronzio degli aerei, dalla pioggia che di tanto in tanto cade, e smette, e dalle macchine che stridono nel traffico di sotto e che la notte rende stranamente piu’ sinistre, in simbiosi con due schermi, una tastiera e una lavagna, e delle cuffie nere che trasmettono surrogati di antiche droghe.

[I don't cry anymore, I go out the door
and I usually keep on walking
i will sit in the bar where the cocktails are
but i really don't feel like talking]


Uscendo solo all’alba, camminando, camminando, correndo, correndo, pensando, accidenti, il post al giorno che dovevo scrivere, e’ andato a farsi benedire, o piu’ laicamente e’ transumato altrove.

[I lie around and let the darkness fall
'cause I've got a sense of perfection
and nothing makes much sense at all]


E pensi, quando arrivi a casa, che e’ transumato, e non sai neanche dove, che le visite agli altri e I commenti lasciati son bruma per te, ma pensi lo stesso, un giorno torno.

[all the umbrellas in london couldn't stop this rain
and all the dope in new york couldn't kill this pain
and all the money in tokyo couldn't make me stay
all the umbrellas in london couldn't stop this rain]


E forse riprendi a postare, a rilasciare quello che e’ rimasto in un angolo della tua testa.


Soundtrack

[+] :: ore 00.36 :: 3 comments


19/05/05

:: by :: SuperBimba
Sissignora.

[qualcosa mi dice che questo post è da scrivere a caldissimo, che se mi ci arrovello non ne vengo fuori]

1. Volume totale dei file musicali sul mio notebook HD (esterno):
Ma aaaaaaaargh.
plin plon informazione di servizio: piccolo chetti, aiuto, succede di nuovo! da due giorni non riesco a riavviare il mio pc, che fa ancora con quei rumori infernali, persino con il portatazza nuovo e sfilando tutti gli esseri potenzialmente nocivi!
Non lo so, sono nel mio pc.
Aaaaaaaargh.

2. L'ultimo CD che ho comprato:
Un paio di settimane fa, quando sono andata a comprare il portatazza nuovo con il piccolo chetti, ho acquistato la seconda compilation di Sanremo che ancora mi mancava.

3. Canzone che sta suonando ora:
Tenendo conto che se la sera non esco, mi preparo un panino mentre guardo la tivù, no, non proprio, ma se la mattina non lavoro faccio colazione, mi vesto, telefono, mi collego a internet e quant'altro con mtv accesa in sottofondo... in questo momento c'è Home di Michael Bublé.

4. Cinque canzoni che ascolto spesso (ultimamente) o che significano molto per me:
Mettiamo quelle spesso ultimamente, altrimenti mi incasino troppo. Allora, controllando i recenti dell'iPod (e tenendo conto che in questo momento è uscito poco che mi piace):
Padoce de céu azul - Lura
This is the last time - Keane
Canzone d'amore - Le Orme
Moon river - Lisa Ono
Dead man - Nitin Sawhney

5. Cinque persone a cui passo il testimone:
Allora... inevitabilmente, il Frà, poi Miic, lo ZioBurp, se ci sente Emmebi e, siccome non ho paura di nulla, il Morris.

[+] :: ore 11.35 :: 10 comments


:: by :: lisagialla
cinque stelline, cinque paperelle

sissignore.

1. Volume totale dei file musicali sul mio HD:

non ne ho idea. so che in casa esiste una sorgente infinita alla quale mi abbevero quando avverto l'urgenza.

2. L'ultimo CD che ho comprato:

ahem. tirando fuori miei soldi da mie tasche?

3. Canzone che sta suonando ora:

nessuna, perché vivo in un filmaccio di serie b [1] in cui l'unico rumore previsto nelle scene diurne è uno sconnesso tictac, alternato a profondi sospiri e lancinanti imprecazioni. se accendessi poldo in questo istante mi tocchebbe - rapido armeggiare - velvet underground, i'm waiting for the man. il vecchio bruce, suppogo.

4. Cinque canzoni che ascolto spesso (ultimamente) o che significano molto per me:

vivo il fulgore di un autoimposto life is random. indugio sul phantom, tom waits - solo se ubriaco e preferibilmente di prima mattina, cake d'infanzia. e poi, il solito. ascolto anche cose scritte e prodotte nel corrente decennio per il corrente decennio ma non le ho metabolizzate abbastanza da macerarmici dentro.

5. Cinque persone a cui passo il testimone:

essebì - risparmio l'umiliazione dell'autolink.
il pci.
ma alla mafe qualcuno l'ha detto?
the one and only maccabee.
gaia, se c'è.
[e chiunque abbia voglia di attaccarsi a un ramo del ]

[1] il nucleo della terra si è fermato. un meteorite è lanciato a tutta velocià contro l'orbita di un pacifico pianeta verde e blu. un gruppo di scienziati, sotto la guida di una - giovane e bellissima, ecchecazzo - ingegnere, tenta disperatamente di deviarne la traiettoria. creature del male, basse e pelose, agiscono nell'ombra. l'incubo del futuro, il peso del passato. passeggiate notturne con struggente colonna sonora. cene sul divano. pillole per dormire. pillole per stare svegli. rivelazioni in bagno. e neanche bruce willis.

[+] :: ore 10.27 :: 14 comments


18/05/05

:: by :: SuperBimba
Riflessioni autostradali

Questa mattina il mio turno in redazione iniziava alle nove. E' il turno che meno amo, perché è quello a maggior rischio padùlo e anche perché so a che ora parto ma non so a che ora arrivo (la tangenziale Est verso le richard towers era un inferno, ma non vi dico cosa può essere l'A4 che porta a pink mountain nei giorni di grande spolvero). E così mi preparo sempre qualche riflessione di scorta, da affrontare nel caso in cui lo zapping radiofonico[1] non mi riservi soddisfazioni.
Il tema del mattino era ma quanto riesco a essere tenace nelle mie fissazioni?. E' che ieri sera mi sono resa conto di essere passata da non troverò mai un altro ragazzo tanto giovane e allo stesso tempo maturo, dall'accento palermitano e insieme dal modo di gesticolare così sconvolgentemente sexy, per non parlare di quegli occhi quel sedere eccetera a un riuscirò mai a conoscere un uomo che porta altrettanto bene le rughe intorno agli occhi con quegli occhi di mare più blu, un blu terrestre dentro agli occhi suoi, più blu blu blu di paulnewman?[2].
Mentre ero incolonnata all'altezza di Cormano, mi è tornato alla mente di quando ero ragazzina alle prese coi primi amori. Ogni volta pensavo che il nome dell'oggetto del desiderio di turno[3] fosse il nome più bello dell'universo maschile. Non mi sono mai innamorata di un Edmondo o di un Teobaldo[4], quindi non ho mai dovuto sostenere tesi particolarmente impopolari.
Mentre sorridevo su queste idiozie adolescenziali, la colonna si è un po' smaltita e mi è andata bene fino all'uscita di Viale Certosa. Una volta avuta la netta percezione di riuscire ad arrivare in orario e quindi di poter fare una pausa pre/riunione al bar aziendale[5], mi sono concessa di fantasticare sulla mia accoppiata preferita dopo Carrie&Mr.Big[6], cioè cappuccino+brioche.
Poi mi sono imbottigliata di nuovo, prima di piazzale Lotto. E lì la mia mente ha plasmato un'altra riflessione dall'incredibile peso specifico: quanto riesco ad adattarmi velocemente ai cambiamenti, anche se, prima che si verifichino, la sola idea mi sembra insopportabile?. In particolare mi riferisco alle targhe automobilistiche: ormai che non ci sia la provincia, se non in una scritta piccola piccola, mi pare del tutto naturale. E dire che mi sembrava incredibile non poter più giocare immersa nel traffico a da dove verrà questo cretino?.

[1] un po' di radiogiornali dell'Orecchio verde, un po' di Platinette (soprattutto perché adoro il duetto con Enrico il Bagnino), fino a spingersi alla roulette russa su stazioni tipo Radio Italia Anni '60 o Radio Superhit.
[2] le citazioni sono almeno tre.
[3] Andrea? Yann? Marcello? Marco? Daniele? Christian? (e con questi non arriviamo nemmeno al liceo)
[4] conosciuti sul serio: con Edmondo facevo scuola guida, mentre Teobaldo ha lavorato all'Orecchio verde.
[5] nell'elenco di mie faq personali c'è sicuramente ma è vera la storia delle chiavette del bar di pink mountain? Rispondo una volta per tutte: sì, è vera, abbiamo un bar molto bello in cui si paga con la chiavetta della macchinetta del caffè, e la chiavetta ha diversi colori a seconda dello status del possessore (verde chiaro, dipendente, verde scuro collaboratore, giallo dipendente di vicini di casa eccetera. ne sono apparse di nuove, di un soberrimo grigio, ma non so ancora chi contraddistinguano). A seconda del colore, si dice che cambi la tariffa delle consumazioni, ma non so. Non so nemmeno perché questa storia incuriosisca tante persone.
[6] Il mio Mr.Big sta per diventare papà. E ha aperto un blog. Non ve lo linkerò mai, ma comunque non ci scrive.

[+] :: ore 14.37 :: 9 comments


:: by :: lisagialla
5/31 - your eyes

gennaio, domenica. addosso pantaloni di lana grigi, scarponcini timberland e la felpa azzurra di topolino. papà mi venne a prendere in centro, dopo l'irrinunciabile passeggiata di mezzogiorno. eravamo soli in casa, quel giorno, non ricordo perché. 'siamo a pranzo fuori - decretò - da giovanecollegacarina'. devo aver pensato una cosa intorno a 'che palle, speriamo di tornare in tempo per' chissà cosa diavolo avrò avuto di straordinariamente importante da fare.

pochi mesi prima ero stata al cinema a vedere il tempo delle mele, due. a un certo punto papà françois dice alla splendida vic che io e la mamma abbiamo deciso di separarci per un po'. ecco, lui copiò la battuta. pari pari. 'originale' fu la prima cosa che pensai; la seconda, che adesso il destino mi doveva un treno e pierre cosso. poi, niente.

qualche giorno fa ho realizzato che a quella stessa felpa mi sarei scoperta allergica, in primavera: bolle paonazze in faccia. è stato subito dopo la telefonata che ha annunciato il suo arrivo - con nonpiùgiovaneexcollegacomunquepiacente e reciproca figlia dodicenne al seguito - nel weekend più sbagliato di giugno. ecco, è tutto qua. tenete presente l'ubicazione delle uscite di sicurezza, o le indicazioni per raggiungerle.

something tells me this time it`s real, the way that I feel.

[1 - 2 - 3 - 4]

[+] :: ore 09.59 :: 16 comments


16/05/05

:: by :: SuperBimba
Sospesi per sempre?

Ricevo sms del Macca mentre percorro l'A4 verso pink mountain. Mi segnala che forse anche Antonio Dipollina di Rep. è dei nostri. Ora, nel colonnino Schermaglie di pagina 35...

«E' purtroppo finita la fiction "Ho sposato un calciatore" su Canale5, e ora produttori, registi e attori devono solo avere l'accortezza di non ritrovarsi a contatto con tipi come Novellino e Lippi (che non hanno molto gradito tono e contenuti) per non rimediare una pizza in faccia. Ma ad altri è piaciuta: il guaio è che gli ascolti non entusiasmanti difficilmente porteranno alla produzione della seconda serie, per cui tutti gli aspetti rimasti in sospeso (il figlio in arrivo è del centravanti o di quell'altro? L'Olimpia resterà in serie A?) rischiano di rimanere sospesi per sempre. Roba da non dormirci di notte».

[+] :: ore 13.29 :: 7 comments


14/05/05

:: by :: jaisalmer
The Big Brothel¹

¹Filippo Facci su Macchianera

[+] :: ore 18.49 :: 10 comments


13/05/05

:: by :: SuperBimba
Mbeh?

collega di Essebì [ridacchiando]: devo fare un pezzo su quella nuova compagnia di navi da crociera...
Essebì [senza scomporsi]: notizia vecchia, l'ho letta su un blog.
collega di Essebì [ridacchiando]: ma tu ce l'hai l'mp3 di mare profumo di mare? quella di Little Tony? la sigla di Love Boat?
Essebì [senza scomporsi]: sì, nell'iPod. chiedi a Mikelino se ha il cavetto, che te la riversa.

[segue silenzio dei colleghi, tra lo stupito e lo scandalizzato. Essebì, dentro di sè, sghignazza rumorosamente]

[+] :: ore 11.34 :: 6 comments


:: by :: jaisalmer
Gooooooorgle

Google, come saprete, ha un nuovo, spettacolare servizio mappe, con immagini anche dal satellite. Una peculiarita' di tutti i servizi del sito e' che e' possibile inserire chiavi di ricerca nello stesso tempo. Come ha fatto notare anche The Register, se cercate brothel liverpool comparira' sulla mappa il luogo del presunto posto di perdizione. Un albergo, un ristorante, un'associazione cristiana, una palestra e un club naturista dedicato a Norwegian Wood.

Ecco, il fatto e' che la cosa funziona con qualunque chiave di ricerca, e i risultati sono insoliti e a volte sorprendenti. Cercando blowjobs london, oltre a locali e bar vari, e' comparso anche un ospedale universitario (il che ha senso, visto che le infermiere e le aspiranti medico sono tra i gruppi sociali piu' disinibiti di queste parti - basta ricordarvi Abi Titmuss)

[+] :: ore 05.26 :: 4 comments


:: by :: jaisalmer
Honky Tonk Woman

In questo blog pullulano fior di nottambuli, nottambule, ex nottambule e prossime nottambule, tutta gente che lo fa, alternativamente, per passione o per sfigata necessita', a seconda del tempo che tira. E' pieno, anche, di gente coi suoi feticci personali.

Non potevo, percio', esimermi dal citare il fantastico incipit di una delle colonne del divo Dan Savage sul Village Voice:

I'm a pretty normal guy except for one thing: I'm sexually attracted to zombies. [...]

Savage Love, 12.04.05


[+] :: ore 04.56 :: 5 comments


12/05/05

:: by :: SuperBimba
Meravigliatevi con me...

Oggi ho avuto un'illuminazione neoproletaria. Stavo sfogliando Cosmopolitan mentre facevo colazione[1], quando mi sono imbattuta nel flyer pubblicitario degli occhiali Vogue. Dopo le immagini del primo piano di Paola Barale che imita il suono del telefono occupato c'è un testo ma così bello ma così bello che non posso copiarlo qui, dove so che apprezzerete lo stile e i contenuti.

7 pm, aperitivo time.
Risveglio ore 7. Della sera, però. Il primo vero appuntamento della giornata è in palestra, per il corso di Pilates che rilassa e per un Hammam che libera la pelle dalle impurità e la rende luminosa ed elastica.
Poi, l'aperitivo. Fra amici, naturalmente. Magari movimentato, con deejay internazionali: è l'ideale per risollevarsi. Fra uno stuzzichino sushi e un sorso di Margarita, un passo di danza ci sta benissimo. Per chi preferisce assaporare il relax a un cocktail frenetico, un comodo divano di pelle con un sottofondo jazz è l'incipit perfetto di una fantastica serata.
La scelta del cocktail è fondamentale: potete optare per un Daiquiri, oppure decidere per le new entry, come il Pisco Sour, originario degli altipiani peruviani.
Un consiglio? Provate il Passion-me, l'ultima novità in fatto di cocktail: caffè espresso, frutto della passione, ghiaccio e una fogliolina di menta sul fondo del bicchiere. Una shakerata e via all'appuntamento per la cena.
Indovina chi viene a cena?
Per non dimenticare la calda vacanza estiva[2], questa sera si mangia latinoamericano.
Moqueca per ricordare le serate di Bahia, oppure salsa e merengue in sottofondo mentre vi servono un Blaff che sa ancora di Caraibi. Da bere, Mojito e Caipirinha.
Contaminazioni dei generi, ibridi ai limiti del gusto che trovano spazio generalmente nelle grandi metropoli. La collaudata cucina Tex-Mex, la cucina Cubano-Cinese, la Pan-Mediterranea, Kosher-Cinese e tante ancora stanno nascendo. Non solo singoli paesi da assaggiare, quindi, ma un mix di cultura in tavola.
Welcome to the nightlife.
Aperitivo e cena sono gli antipasti della serata. Il piatto forte rimane sempre il locale notturno. Se avete deciso di continuare in un contesto latino, potete scatenarvi a suon di bachata. Oppure dedicarvi al clubbing, ossia girare "from disco to disco" alla ricerca della musica e della compagnia giusta, con la complicità di uno sgargiante paio di Vogue coprenti, colorati come la notte. A voi la club culture offrirà. l'eclettismo del nu-jazz, le potenti linee di basso del drum'n'bass, i caldi suoni dell'hip hop e del soul, l'esplosione dance della tech-house, il relax della musica latina e del chill out.


Che meraviglie condensate in così poche righe!
Che gioia di vivere traspare da tutto ciò!
E' proprio quello che mi ci vuole per superare un momento difficile: questa sera l'ultima puntata della serie/culto. Non ci sono per nessuno, fatta eccezione per gli sms del grande appassionato. Che sa che se non mi spaccerà al più presto le puntate della versione originale io andrò pesantemente in astinenza.

[1] cereali e latte. non potrò entrare in zona, mai. mafe, ho anche preso tutti i libri in biblioteca, ma la zona non mi vorrà mai. Continuerò a mangiare alternativamente troppo e troppo poco e a soffrire in palestra.
[2] il volantino è evidentemente in circolazione da mesi, n.d.B..

[+] :: ore 20.08 :: 19 comments


:: by :: jaisalmer
A Catnapper's Life





[+] :: ore 06.22 :: 5 comments


:: by :: jaisalmer
Fat Ladies Floated In The Sky Like Balloons

That was the year we forgot our dreams and woke, bewildered, muttering. It was spring when I noticed them turning in the sky, this way and that, drifting gently on a breeze. They looked lovely from a distance but somehow I knew it was a bad sign. It could mean only one thing: my ex-boyfriend was back in town.

Sure enough, I ran into Fred Luck later that day. I was walking home from grooming the dogs when there he was on a bench by the town square watching the fat women twist against the cloudless sky. You! he yelled and leapt up. He was a man of surprises.

It's been a long time, I replied. I couldn't quite look him in the eyes. I kept thinking don't do it don't do it but somehow I sensed it was only a matter of time. He had eyes like licorice: shining and bitter.

Eloise! Fred called again, though he was only inches away. I've been waiting for you to walk by!

You can't just march back in to someone's life, I tried to say, but it came out: Oh, Yes, Well.

We stood for a moment studying each other, each with our motives hidden in our sleeves. Actually mine weren't very well-hidden. Fred, when he could take the time to focus on me, had been an incredible lover and I was feeling a little bit lonely.

Fred, I started.

It's Jack now, he said, I changed my name.

Jack Luck, I asked? I was thinking with noodles. I was thinking with duck sauce and white rice.

He nodded. I think I look more like a Jack than a Fred, he told me and shoved his hands deep into his pockets.

It was true. He did the name Jack justice.

You were bringing up the property value of Fred though, I blushed. Redeeming it, kind of.

Thanks, he said and smiled.

- - - -

That part was simple. I brought him home when I knew my house would be empty and made dinner. On the way there he told me how wrong he'd been to leave, how much he'd missed me. I knew his words were empty, the empty husks of beetles long wandered off, the shell game I always lost. Still I let him touch me. Gentle now, I said.

He had his problems. Disappearance wasn't the worst of it, nor was the plight of the innocent fat ladies. Fred couldn't control himself. He was what Florence, my godmother, called bad news.

He's a natural disaster and you're trailer city, Florence rasped, then took another drag of her cigarette. He's an itchy rash, a pimple under the skin. He's a toothache and you're just numbing the gum, girlie. You need to pull his mean self out and toss it away.

But I love him, I said in the smallest voice those words could afford.

Oh girlie, Florence said, That's the worst of it.

- - - -

When we first met I was more trusting. I had just begun to groom dogs and I thought it sweet when Fred showed up at the shop to meet me. I was so swept along by his sexy ways that I didn't complain when he launched the Apeson's poodle into the highest branches of the sycamore in front of the library or somehow elevated the Henderson's Affenpinscher and left it running circles in the air above the kennel roof. I thought to myself, he's an unusual guy, soul of an artist, I'll have to smooth some edges is all. Then he impaled the Lorsinski's cat on a lamppost and dropped a city bus on the Lawson's Dalmatian.

How the hell did he learn those tricks? Florence had asked me, sucking on a cigarette, curled in smoke.

I don't know, I told her, twirling my hair.

Well, why can't he stop it?

I don't think he knows what he's doing until it's too late, I answered. I was looking out the window of her house at the Meyerson's puppy, romping around in their yard. I don't think he means to, I said, but I wasn't entirely sure about that.

- - - -

I'm leaving something out. See, the other thing was my laugh. I have a terrible laugh, all my life a wretched, horrible laugh. When I laugh, sounds come out of my throat that violate the rest of the world. My laugh causes injury: it makes people nauseous or crazy. Stop that awful sound, they scream, running from my vicinity with their hands clamped over their ears. It's so bad that the movie theater wouldn't allow me in to see films. That's a violation of my rights, I told them, until they set up private screenings. The projectionist would leave the building and sit on the sidewalk. I went and got him when each reel ran out.

So you can imagine what it meant to meet a man who didn't mind. The first time I laughed around him — we were sitting on my porch when a nervous frantic giggle escaped and I tried to snatch it back with my hand, to stuff it back down my throat — he just tucked a curl behind my ear and whispered, You are so beautiful.

And like that I was putty. It didn't even bother me that the potted plants that had been resting so quietly beside us on the porch were floating near our heads. It didn't even bother me when they smashed to bits during our first kiss. All that mattered was Fred and the way he held me. All that mattered was the idea of watching a movie with someone else.

- - - -

Now by the time Fred became Jack, I had married a guy named Steve. So of course I brought Jack home to meet him. Steve wasn't his real name — his real name sounded like a kind of sausage — but he'd paid me a lot of money to become his wife and felt Steve made him sound like a naturalized citizen. Though he didn't like my laugh, he'd hired me to be his wife so he wouldn't be deported to the gray, depressive country that spawned him. When Steve learned of Jack it seemed to upset him, though his inner life wasn't always clear to me. We had trouble communicating.

You and me are bloodletting, he said while Jack was in the bathroom.

You and me are bouillabaisse, he tried again. Bakers.

No, I said, flipping the pages of a shiny magazine. I didn't even look up.

Borrowing, he said. Burrowing.

Blowing? I offered. I enjoyed frustrating him.

No! You are not understanding. You and me like tree, he tried.

Bush? I flipped a page.

No!

(Flip, flip) Brain!

Jack is borrowing wife, he began again, his desperate hands flailing about. Husband forgets husband is forgotten.

I threw down the magazine and rose from the armchair as Jack reentered. Back later, I said.

See, love was not part of the bargain. I know love never is, etc., etc., but I expected more respect. I'll be your wife, I had told him. Professionally. Like a job, I'd said. You hire me and that's my job: wife. Nothing else.

Right, he'd said, beaming. Wife.

It wasn't until later that I realized how little he understood.

So he didn't like Fred. But everyone liked Fred. It was part of the way of the universe: people met and liked Fred. That was how the world was formed. But not Sausage Steve. The first thing he said when he met Fred was: He is not the good man. He is not the husband for you.

Right, I told him, you hired me. He disappeared. He's just my obscenely perfect ex-boyfriend who has a strange effect on people.

Steve didn't get it. He is the no good, he muttered and glared at Fred.

- - - -

Jack née Fred was many things, I must agree, but not really a bad person, exactly. I mean he acted irresponsibly, sure, but generally because of a helpful impulse, I thought, not a malicious sensibility.

Still, I felt things in the back of my head, forgotten dreams maybe, fleeting thoughts, the sense that I had a running list of things I was losing, things left behind. When we walked out of the house, I looked at Fred but he had his hands in his pockets staring at the night sky, the fat ladies blocking the stars like black holes, like gasps of breath, like forgotten clouds. I shook my head at the way that I felt, yearning for his touch, the anger I'd been storing hidden somewhere distant. He waited for me to catch up, then he put his arm around my shoulders, kissed my forehead and I followed him home.

In the morning we had breakfast at a diner near the park. I sipped coffee and Fred gnawed a banana muffin. The staff watched us, frightened — they had seen the damage Fred could do. This probably isn't such a great idea, I began in my head, but what I said was, Nice day.

On the radio there was much debate over how to get the fat ladies down from the sky. They waved happily in the daylight but I imagined they must be hungry by now.

But I thought maybe this was the evolution of things, the way the world spun. Maybe this was true for the fat ladies too — that one minute something was an orange and the next it was a peach. And maybe they would drop quietly as they lost weight until they landed here like the rest of us, drawn, haggard, and dreamless, all their glorious roundness gone.







© Amanda Davis & McSweeney's

[+] :: ore 01.11 :: 10 comments


11/05/05

:: by :: jaisalmer
Candy Shop

Siete stufe delle forme e dei colori dei portatili di oggi? il bianco non vi piace, e rimpiangete i tempi nei quali c'era un tocco di colore? Tulip, una azienda tedesca, ha introdotto dei portatili che riprendonono il design degli iBook a conchiglia di sei anni fa. Costosi. Ma bellissimi. Unico problema, a parte il prezzo: il sistema operativo e' Windows.




[+] :: ore 19.30 :: 17 comments


:: by :: lisagialla
viaggio allucinante

'stand back', they said. they sprayed in a circle towards the edges of the room. we stood clustered with the policemen. 'what's that?' we said. 'spray', said the oldest policeman. 'makes lost things visible.'
jonathan lethem - the spray
chiavi, cuffie, orecchini. soldi, biglietti, cd. pezzi di famiglia, lettere, vecchi amici. opportunità. un parallelepipedo piccolo di cristallo nero. tutti in metropolitana, fluorescenti, intorno a me.

[+] :: ore 10.13 :: 1 comments


09/05/05

:: by :: lisagialla
3 - 0

è successo che un contingente bianconero abbia preso ieri possesso del mio salotto relegandomi in un angolo a leggere l'intervista di ambra su vanity fair senza capire. loro mangiavano dolcetti con la crema; io trangugiavo acqua. loro trattenevano il fiato, poi urlavano, poi digrignavano i denti e urlavano di nuovo; io cincischiavo tra il balcone e i blog ma il mondo sembrava immobile e il telefonino, scarico. è finita, a un certo punto. dalle facce credo sia andata bene.

ho scosso la testa, chiuso le gambe sotto la poltrona e tentato l'ipnosi consueta da internazionali d'italia. da una parte un nano argentino con l'aria stizzita, lo stesso che ha sfinito il distinto signor agassi; dall'altra un bambino di mallorca abbronzato, fenomenale in un intorno della riga di fondocampo. nutro un affetto profondo per i tennisti spagnoli: riescono là dove la moderna farmacologia miseramente fallisce e il cielo sa - come chiunque sia capitato a parlare con me nell'ultima settimana - quanto abbia bisogno di un rifocillante pisolino.

il primo set, il secondo, il terzo, il quarto. mica brutti, eh, per una che è cresciuta con courier, muster e la signora di montecarlo - altro che ljuba. per una che, alla sola vista di un nastro bianco, ha voglia di cercare e trovare una racchetta vecchia di quindici anni e ricordarsi come si fa. che poi, a me il maestro consigliò di smettere: meglio la danza classica. tuttavia. all'inizio del quinto, il ragazzino precipita. il dito è abraso - dicono, la mano monca. potevamo pure prenotarlo un po' prima, il ristorante: questo è morto, dall'altra parte del campo sarebbe sufficiente dichiarare l'ora del decesso e fare scempio del cadavere. ad avene il coraggio.

invece il pidocchio s'intigna, sbaglia, protesta, corre come un matto, si agita, fa le facce: tutto pur di non vincere. il ragazzino alterna esaltazione agonistica [trattengo il fiato] a vuoti pneumatici [digrigno i denti], alle smorfie argentine risponde con concentrazione infantile, poi esultanze scomposte [urlo]. l'ultimo punto è sciocco e sublime, come solo a diciannove anni, neanche. il ragazzino crolla a terra da uomo, io afferro le scarpe e mi accorgo del contingente alle mie spalle, entusiasta. diavolo, sono come loro. mi ricompongo.

[+] :: ore 12.35 :: 25 comments


07/05/05

:: by :: jaisalmer
Da Mantegna alle gialline, passando per il Che





Giovani americani, soprattutto donne, che vivono esistenze piene, eppure solitarie: colore, personalita', sospensione. Lise Sarfati alla Yossi Milo Gallery, New York City. (fatevi un giro per gli altri artisti, e' tutta roba interessante)

[+] :: ore 16.37 :: 2 comments


:: by :: jaisalmer
Apple blossom

In un blog a piu’ mani dovrebbe esserci per definizione un appuntamento con una rubrica di costume. Il fatto e’ che non sempre si trova gente che sappia scrivere con il giusto approccio sull’argomento. Se ci riflettete, il blog e’ il contenitore per antonomasia di questo inizio di secolo, il passo successivo delle estensioni dell’uomo teoretizzate da Marshall McLuhan. Conduciamo esistenze postmoderne, cerchiamo il senso della nostra esistenza in un mondo dove e’ facile perdersi nell’assenza di senso. Eppure, Il senso, e’ in come ci rapportiamo col mondo, come lo scopriamo, in piccoli dettagli nei quail ci imbattiamo, ci piacciono e che vogliamo affidare alla memoria o condividere con gli altri. Il senso, semplicemente, e’ la vita. La vita e’ senso, il senso e’ dato dai sensi, i sensi nascono nella mente. Pertanto parleremo di sensi, con tutto quello che comporta, sotto la grande mela gialla.


[+] :: ore 16.17 :: 5 comments


05/05/05

:: by :: la raffa
c'ho un po' di traffico nell'anima

La carogna che mi è salita sulle spalle da una settimana e il cane che mi abbaia nello stomaco da tre giorni oggi fanno un tale baccano che non c'è verso lavorare. Se tacessero un attimo, sentirebbero che sto ancora gridando: presooooooo!!!

[+] :: ore 14.58 :: 5 comments


04/05/05

:: by :: SuperBimba
Provando anche un po' di fastidio

Già più volte ho scritto - sprezzante del ridicolo, soprattutto per gli esempi che ho avuto l'ardire di citare - che di una canzone per me non prescinde dal surplus dei ricordi che vi rimangono variamente appiccicati. E fin qui credo sia abbastanza comune. Quello che mi chiedo, è se è strano oppure no che questo accada anche anche con i libri.
Ecco, nella memoria non riuscirò mai a separare la lettura del romanzo dell'anno dalle immagini di quei giorni sospesi, un viaggio verso sud, un ritorno precipitoso, un'amicizia intaccata dal peso di verità non ulteriormente procrastinabili, un raffreddore allergico, la storia che si srotola. Un libro che forse involontariamente ho cercato di non farmi piacere, ma non ci sono riuscita, provando anche un po' di fastidio, forse semplicemente perché lui non voleva piacermi a tutti i costi.
E questa sera, quando ho sentito la sua intervista barbarica, questo Piperno l'ho trovato irresistibile. Provando anche un po' di fastidio.
Peccato che alla Fiera del libro si manifesterà domenica e io sarò a Torino solo domani e dopodomani.
Se qualcuno passa da quelle parti, in mezzo alla folla sono quella con l'orecchio verde.

[+] :: ore 23.42 :: 11 comments


:: by :: SuperBimba
Riflessioni, sgurzi e sfrilloppippi

oh, ma hai sentito quella storia di quel blog che ha fatto lo scoop sul dossier calipari? dice petulca e petulante la collega primadellaclasse, una delle nostre suore della notizia, ah ma adesso leggo tutti i blog tutti i giorni mabbrava e oggi ho già postato un commento a un tizio che diceva che i giornalisti non fanno nulla e i blogger invece maddai. Cara collega, vorrei ricordarti che qualche mese fa confessasti candidamente di aver obbligato il tuo fidanzato a chiudere il suo blog perché perdeva tempo e sbandierava i fatti vostri. Epperò adesso che c'è stato lo scoop...
Sui giornalisti che non fanno nulla e i blogger invece, invece di mandare i commenti piccati, ti suggerisco di riflettere su una mia teoria. E cioè che siccome non si può campare di sola aria (e scrivere gratis è bello ma a uno stipendio per scrivere non si dice di no), molti bravi blogger di oggi saranno i giornalisti di domani. E quando domani saranno giornalisti, arriveranno i blogger che diranno che i giornalisti che non fanno nulla e i blogger invece. O saranno gli sgurzi che diranno loro che i giornalisti che non fanno nulla e gli sgurzi invece. O saranno gli sfrilloppippi che diranno loro che i giornalisti che non fanno nulla e gli sfrilloppippi invece. O saranno...

[+] :: ore 18.36 :: 24 comments


:: by :: lisagialla
yawn

da esattamente tre ore e ventisette minuti a questa parte, non riesco a tenere gli occhi aperti. ho preso due caffé, due pro plus e vado per la terza combo. comunico per sbadigli. non sono andata a letto particolarmente tardi, non mi sono svegliata particolarmente presto, non ho mangiato nulla di particolarmente pesante né di particolarmente diverso dal solito. guardo fisso il monitor e aspetto la mail che mi libererà. mi sovviene che sono quattro giorni che l'apporto proteico nella mia dieta si è drasticamente ridotto - altrimenti descrivibile come: il frigorifero piange miseria. arranco. non può essere, mi ripeto. intanto sogno un letto di bresaola.

[+] :: ore 17.27 :: 47 comments


:: by :: karen
Informazione di servizio..

da domani

[+] :: ore 17.09 :: 0 comments


03/05/05

:: by :: karen
La Ciudad Amarilla

Mexico..



Grazie! :*

(Che casino!)

[+] :: ore 12.45 :: 5 comments


02/05/05

:: by :: SuperBimba
E mi ostino a fare la pianista in un bordello[II]

Oggi è una splendida giornata di primavera. Il sole brilla tanto che sembra un antipasto d'estate. Dalle mie finestre, vedo il giardino punteggiato di margheritine. Sono talmente in pace con la natura che non mi danno fastidio alcuno le moschine che ronzano nella mia stanza. Dopo tre giornate di duro e intenso lavoro (mettiamo agli atti la prova), oggi è la mia meritatissima corta. cosa fare per rendere questa giornata ancora più rilassante? mi chiedo mentre gironzolo per casa, accennando ogni tanto qualche passo di danza, iPod selezionato su una playlist creola, che mi manca solo di annodarmi un pareo.
cosa fare per rendere questa giornata ancora più rilassante? mi chiedo.
E la sventurata risponde.
La ceretta.
La ceretta a freddo con le strisce.
Sulle braccia.
Le strisce Veet.
Soffro, urlo, lacrimo, divento bianca a puntini viola poi viola a puntini bianchi poi bianca a puntini viola. Quindi, fin qui tutto normale. Insomma, ordinaria amministrazione dei peli superstiti.
Finché non mi accorgo che sulla confezione hanno scritto effetto freschezza. eh? EFFETTO COSA?
Voglio subito la testa del signor Veet. Anzi, lo voglio tutto intero. E vivo. Per fargli provare personalmente l'effetto freschezza su tutte le parti della sua epidermide ricoperte da peluria.
Che noi donne siamo abituate da generazioni a soffrire per apparire. Ma a farci pigliare per il culo durante l'operazione, proprio no.

[+] :: ore 15.30 :: 28 comments


:: by :: SuperBimba
E mi ostino a fare la pianista in un bordello

Il claim del giorno, da un banner di icq:
can't get him out of your head?
Chat with others.


[+] :: ore 13.20 :: 6 comments


:: by :: lisagialla
if you really want to end tyranny in the world, you're going to have to stay up later

mentre gli uomini, di là, riscrivono la storia, noi ragazze guardiamo la tv e siamo prodighe di buoni consigli.

[+] :: ore 00.11 :: 11 comments


01/05/05

:: by :: jaisalmer
La città delle donne

Entrez, entrez, dans la cachée cité des femmes
Aux murs jaunes, habitée par jeunes dames;
Ici-ci, ne laissez pas les jolies filles aux hommes
sans imagination, croquez, croquez la pomme.


Bonjour, je suis un jaunet,
si sentì un caldo mattino di maggio, in una portineria qualunque di una città qualunque di uno qualunque di questi mondi, arsa da uno strano sole, pieno e avvolgente, che creava giochi surreali con l’ombra del nuovo arrivato e l'intonaco giallo. La portinaia, in altre faccende occupata e presa leggermente alla sprovvista – succedeva sempre cosi’, nel condominio, il mattino era un periodo morto e salvo rare uscite mattiniere, il traffico sotto l’ampio portone d’un rosso fiammante si animava solamente verso mezzogiorno, e la portinaia ne approfittava per mettersi un po’ avanti coi par suoi – impiegò alcuni momenti ad accorgersi della presenza del visitatore, un giovane dell’apparente età di quasi trent’anni, vestito in camicia nera, jeans di buon taglio eppure di una misura troppo grandi, scarpe nere la cui tomaia aveva l’innegabile aria di vissuto, una logora giacca bohemienne di velluto giallo distrattamente gettata sulle spalle. In una mano, il misterioso visitatore reggeva una valigetta di pelle, anch’essa nera e logora. Un uomo strano, penso’ la portinaia, del quale forse era meglio chiedere maggiori ragguagli, cosi, con delicatezza, casomai fosse un malintenzionato, ché al giorno d’oggi era così complicato capire le loro reali intenzioni. Eppure, pensò, doveva averlo visto da qualche parte, forse anni addietro era entrato in qualche réclame, o aveva preso parte ad alcuni di quei film che impazzano una stagione e poi non passano più in televisione.

Riguadagnata la propria compostezza, la portinaia parlò. - lei è francese?
- no, non sono francese, ma anche se lo fossi, non farebbe nessuna differenza. Sa, da lontano questo portone rosso m’ha fatto tornare in mente uno simile, dalle parti di Parigi, e ho pensato che c’era una remota possibilità che il posto fosse lo stesso.
- Ah - disse la portinaia, senz’altro rinforzata nella sua convinzione che il tipo fosse un po’ strambo - lei è fortunato, qui si parla il francese, a forza di guardare Jeunet in lingua originale. Lei è Jean Pierre Jeunet, il regista di Amélie?
- Temo di no, signora, sono un giallino.

- Ah, scusi per l’equivoco. Lei è veramente un giallino?
- Certo, signora. Eccole i miei documenti, e la lettera d’invito.
- Niente di personale, caro. E’ che questo e’ un condominio rispettabile, ancorché aperto. Ultimamente abbiamo avuto un notevole traffico di giallini, e c’è sempre chi ne approfitta per imboscarsi. A proposito, lasci perdere il signora – disse, improvvisamente – e mi chiami Lulù.
- Come vuole, sign- scusi, come vuole, Lulù.
- Ma dica, che son curiosa: perché ha voluto fare il giallino?
- E’ una domanda difficile. Così, su due piedi, le direi che ho sempre desiderato abitare in un posto frequentato da donne.
- Ma caro, per quello ci sono gli harem. Però, anche se l’abito non fa il monaco, vedo che lei non è uno sceicco.
- E neanche eunuco, anche se la cosa mi duole molto, sa. La pace dei sensi, quelle cose lì.
- Capisco. Vivere in simili posti può essere traumatico. Tutti i giallini che arrivano qui dicono di voler lasciare un post al giorno, ma quasi tutti desistono dopo i primi tentativi.
- Non hanno tutti i torti. Fellini diceva che per un uomo parlare in un posto abitato da donne [1], è rapportarsi all’oscurità, alla propria parte nera – il continente nero, direbbe Freud – con la parte sconosciuta, con la notte, con l’acqua; è una cosa placentaria, vagamente indecente, piena d’umori, d’oscurità, liquida e alla quale sarebbe sbagliato voler dare una forma, dei contorni. In posti simili si può sentire soffocati.
- Parla come un libro stampato. O come un regista. In ogni caso ha ragione, i coinquilini temporanei di qui tendono a parlare del conosciuto, più che dello sconosciuto e dell’oscuro, anche se giallo. Sicuramente sarà anche il suo caso.
- Non ho la superbia di dire che non sarà così. Spero solo di vivacizzare un po’ il condominio. Sa, una mano di vernice fresca, che credo sia anche il motivo per cui ammettete noi mercanti giallini nel tempio.
- Più che un tempio, certe volte sembra un circo. Glielo posso dire, io che sono la portinaia.
- Ecco, capisco, lei è la portinaia. Ma è giallina?
- Insomma. A rigor di logica sarei giallina, perché vivo qui. Però lavoro una volta alla settimana, per smistare la posta e spolverare un po’ intorno – L’androne, il cortile. Tutti gli altri giorni mi trova alle casse dell’Esselunga di Viale Piave, fino a notte fonda.
- Ah, l’Esselunga. E’ stato parte della mia vita, ora non più.
- Perché? Ha smesso di andare al supermercato?
- Non precisamente. Cambio città ogni tot anni. Ora mi perdo nei supermercati della perfida Albione.
- Figo. Ma dica, è vero che si abborda nei supermercati?
- Mah, credo che sia una leggenda metropolitana. Dentro i supermercati non credo si abbordi. Però alle casse si fanno incontri interessanti.
- La ringrazio. Le gialline di qui prendono molto a cuore la cosa. Posso confermarglielo. I migliori incontri si fanno alle casse.
- (...) Non lo metto in dubbio. Dipende dalle casse.
- Eggià. Il denaro ormai compra tutto.
- Oh, non intendevo quello.
- (...) [realizza che il neogiallino ha sempre tenuto in mano la valigetta]
- Ma che sbadata. Dia, che le offro un caffé. A proposito, come si chiama?
- [poggia la valigetta alla portinaia, che a sua volta la posa in un angolo]
- Jaisalmer. Però può chiamarmi Ja.
- Che nome strano, Ja.
- Niente di particolarmente strano. E’ il nome di una città, di una città gialla.
- Vedo che le piacciono, le città.
- Le città mi appassionano. Sono vive,imprevedibili, piene di gente. E non si finisce mai per conoscerle del tutto. In una parola, sono donne.
- Parla sempre di donne. Eppure dovrebbe saperlo che in un condominio giallo che si rispetti, si parla soprattutto di uomini.
- In fondo, è solo l’altra faccia della medaglia. Lei conosce per caso gli uomini coi quali ha avuto a che fare?
- Certo, caro. Li conosco troppo bene.
- Lei sbaglia. Non li si conosce mai a fondo, proprio come le donne e le città. Fanno trasparire una cosa per volta, almeno gli uomini degni d’esser conosciuti.
- Cioè, lei afferma che gli uomini dovrebbero darsi via un po’ per volta. Ma se lo fanno le donne, non è la stessa cosa.
- Tutto sta nel significato che diamo al termine darsi via. Credo che si ci possa benissimo dar via un po’ per volta senza confondersi col doverla dar via.
- Lei è malizioso.
- A proposito, tra i miei predecessori si racconta – in via del tutto informale - che le gialline la danno via.
- Dicerie senza fondamento. C’è che Coco Chanel diceva che arrivate a una certa età le gialline devono scegliere tra la faccia e il sedere. Nel dubbio, manteniamo almeno uno dei due e diamo via l'altro.
- E’ pragmatica, vedo.
- Sapesse. Ma eccole il caffé.
- La ringrazio. Debbo confessarle che sono alquanto dipendente dalla bevanda.
- Non si preoccupi. In questo condominio è pieno di caffeinodipendenti.
- Sa, il logorio della vita moderna. [sorseggia il caffé]
- Comprendo perfettamente. [pensosa]. Dica, ma è sicuro di non essere un regista? Parla proprio come se dovesse scrivere film. Assomiglia anche a quel tipo, Almodovar.
- Temo di doverla deludere. Mai fatto film. Però mi scambiano spesso per uno dei suoi primi personaggi maschili.
- Non dica – quello di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Ma si è tolto gli occhiali?
- Non sono io, le ripeto.
- Peccato. Però mi richiami, se finisce a fare film. Sa, fare la portinaia e la cassiera è monotono, anche se si è gialline.
- Vedrò. [Finisce il caffé]
- Ora le mostrerò il suo alloggio. Come ultimo arrivato, le spetta il sottotetto. Un pò angusto, ma ha una bella vista sulla città gialla.
- L’essenziale, direi. [raccoglie la valigetta]
- I bagni e le docce sono in comune. Le raccomando, sia giudizioso nell’uso della tavoletta. Altrimenti è passibile di espulsione anticipata.
- Farò del mio meglio.
- Venga, su.
- [porta che si chiude]


[1] Federico Fellini, La Città Delle Donne, 1980

[+] :: ore 11.44 :: 15 comments


:: by :: vanz
Obsessed



[+] :: ore 01.01 :: 1 comments


:: by :: vanz
E' stato bello

Desidero ringraziare:

Dio
la Mamma
the Godfather of Soul James Brown
la Lisagialla senza i cui ricatti non avrei mai accettato una tale responsabilità
i giallini precedenti e quelli che verranno (non fate come me che me la sono pure tirata: accettate subito)
tutte/i coloro/i che mi hanno commentato, linkato, spernacchiato
tutti i nerd del mondo
Her Royal Highness Mrs. Camilla Parker Bowles princess of Wales
Manolo Blahnik e Jimmy Chou
la premiata ditta Moser GMBH
le donne squisitamente calzate, rigorosamente immobili
le gambe delle donne che, come è noto, sono compassi che misurano il mondo
i peli di Alice Twain

baci

[+] :: ore 00.33 :: 3 comments