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23/04/07

:: by :: lisagialla
ho un problema

nel persbaglio survival kit era compresa una serie di body con scritti i giorni della settimana. ora: la ragazzina da dodici ore non fa altro che cacca, tutta la sua roba è già in valigia e io non mi risolvo a farle indossare quello con scritto tuesday.

[+] :: ore 12.04 :: 1 comments


21/04/07

:: by :: LaVale
Shopping

Oggi ho comprato il mio primo reggiseno.
Cioè, il primo reggiseno che ho comprato per mia figlia, intendevo.

Dicono che i tempi moderni siano accellerati, che i bambini di oggi siano più grandi di quanto siamo stati noi. Io non lo credo così tanto.

Qualcuno si ricorda quella fase terribile che la ghiandola sotto il capezzolo si gonfia e a te che la vedi dall'alto ti sembran due acini d'uva grossi come due uova sode e cammini e ti muovi per mesi con le braccia incrociate sul petto con nonchalance?

Secondo me non è che i figli oggi crescano più in fretta, è che noi genitori abbiamo più memoria. Ci ricordiamo di noi stessi. E ci ricordiamo di quanto i nostri pensieri di bambini sian stati sottovalutati dai grandi.

A Marta è innegabile che le stia crescendo il seno. Non c'è ancora traccia, ma le fa male a sfiorarlo.
Per la precisione, solo quello sinistro (ridiamo come sceme dicendoci che sarà la prima donna con un seno solo).
E sotto le magliette di cotone si intravede un pochino quel ridicolo acino.
Quando le ho detto che se si sentiva a disagio potevamo comprare un reggiseno, si è illuminata tutta.

Mi fa tenerezza mia figlia. Si è illuminata tutta ma poi non ne ha più parlato. Marta è così riservata nelle sue cose personali che piuttosto che dire aspetta. Ed è un bel balletto armonico di cui vado fiera tra me e lei. Ho imparato a conoscerla e a capire quando ci tiene davvero a qualcosa. Lei ha imparato a conoscermi e sa che appena posso lo farò, di trovare una soluzione.
Così oggi ho potuto e mi sono fermata in un negozio. Per scoprire che ci sono reggiseni già a partire dalla taglia 6 anni (ma sono tutti in saldo a un euro e 90, diotiringrazio, significa che nessuno li compra). Per comprarne uno taglia 12 anni (Marta fra poco mi supererà in altezza e già le vanno bene le mie scarpe).

Tornata a casa gliel'ho dato, lei si è illuminata. Si è tolta la maglietta, lo ha indossato. Se ne stava su dritta con la sua schiena da ex ballerina classica, nella stanza dei giochi, vicino al tavolino basso con le seggiole stile sette nani, quello che le abbiamo comprato quando ci siamo trasferiti in Italia e lei aveva 18 mesi, dritta e fiera con il suo primo reggiseno, una strisciolina di cotone azzurro, come una canottiera tagliata corta con in più solo due pence.

Vieni Marta che ti aggiusto le spalline, ecco, accorciamole un po'....
si mamma, così è perfetto, grazie.

Ecco, insomma, lo so che è patetico, ma io son stata lì un attimo sospesa a fissarla e a imprimermela nella mente.
Una frazione di secondo.
Lei era già corsa al computer a fare una nuova ricerca su google sui cavalli e come si curano.

[+] :: ore 22.29 :: 9 comments


20/04/07

:: by :: lisagialla
il paniere

non guardo mai quanto costano le cose. le cose piccole, soprattutto. per esempio il mollettone di plastica neanche bellissimo comprato ieri in stato di necessità. poi stamattina mi sono accorta che aveva ancora appiccicato il prezzo. a parte l'imbarazzo retroattivo - non è neanche tanto piccola - sulla pecetta c'è scritto: 13.50. euro. è un prezzo normale per un mollettone?

[+] :: ore 11.21 :: 8 comments


14/04/07

:: by :: lisagialla
la fine

un tempo mi fermavano per invitarmi a uscire.
poi per sapere dove avessi comprato le scarpe.
oggi mi hanno chiesto del passeggino.

[+] :: ore 21.14 :: 23 comments


11/04/07

:: by :: lisagialla
senza vergogna

qualche giorno fa ho pensato che avrei dovuto mettere il cappello della ragazzina nella manica della sua giacca - è bella la sua giacchetta appesa accanto al mio impermeabile - sennò non l'avremmo trovato più. l'ho pensato, poi sono passata ad altro. la mattina dopo - puntualmente - nessuno riusciva più a trovare il cappello. dopo ore di vane ricerche e silenziose autorecriminazioni - sei una cretina\lo sapevi che l'avresti perso\adesso cosa si mette in testa?\stupida idiota [*] - sono andata a prendere la giacca per infilargliela. il cappello era lì, dentro la manica. e io giuro che non ho la più pallida idea di come ci sia finito.

questo è il genere di cose che succedono continuamente. questo deve essere quello che intendono quando dicono che 'fare un figlio ti cambia la vita': la fatina delle cose fatte subito [e immediatamente dimenticate]. naturalmente non funziona per tutto: sul tavolo c'è ancora la richiesta di maternità facoltativa da compilare, due biglietti di ringraziamento da spedire, nell'armadio un paio di pantaloni premaman e venticinque finger food da scegliere alla voce antipasti\aperitivi. per non parlare di quella valigia che non disferò mai. la vita cambia, sì, ma mica così tanto.

però le sue cose, in qualche modo, riescono sempre a essere pronte quando servono. manca giusto la trasformazione della culla in lettino, magari prima che si svegli una mattina incastrata nelle sbarre. ed è ridicolo ma a vederla mentre dorme nella posizione del culturista la prima cosa che penso è: santo cielo com'è grande. e poi subito: santo cielo com'è bella. perché se vogliamo continuare a essere amici su questo non possono esserci dubbi: la ragazzina è di una bellezza fulminante [**]. con tutti i suoi diciassette menti, gli occhi strabici, la capocciona al milionesimo percentile e la fronte altissima. infatti è anche molto intelligente.

per esempio: sa giocare. il gioco si chiama 'sputalamamma' e funziona così: la ragazzina piccola è sdraiata sulla schiena, quella grande le è sopra, le punte del naso non possono distare più di cinque centimetri. le contendenti si guardano negli occhi. la grande emette un suono di pernacchia moderata, è il segnale stabilito. la ragazzina si fa seria e concentrata: la sfida è ardua ma lei sa come si fa. stringe le labbra, poi prende fiato. adesso è serissima. infine sonoramente spernacchia, inondando entrambe di bavetta santa. quando vede la grande agitarsi scomposta, ride col risucchio. e vince sempre lei.

io invece dall'anno scorso ho imparato solo due parole nuove. la prima è: disarmo. totale e immediato. è l'effetto magico che sortisce la ragazzina, senza bisogno di fare nulla, qualunque sia la complessità del mio nervoso [funziona anche il viceversa ma è meno bello da raccontare]. la seconda è stupore, ed è cosa recente. è lo sguardo sul sole e sul mare, sulle luci arancioni della galleria, sul mondo visto a pancia in giù e tutta quell'acqua in faccia da togliere il respiro. è il collo dritto dritto e la testa che rimbalza e se la giri si svita ma mica si volta, l'ostinata.

la ragazzina quando si sveglia rimane anche un'ora in silenzio a guardarsi intorno. sa che le è toccata una mamma dormigliona e fa il possibile per non disturbarla troppo. sa che le è toccata una mamma scema e quindi sorride, per la maggior parte del tempo. sa anche che le è toccata una mamma sorda e ha imparato l'urlo dell'esasperazione sconsolata, quando serve. è straziante. ma soprattutto: sa che le è toccata una mamma viziata e le ha concesso cinque [quasi] mesi di perfezione. e pure la colazione di compleanno. la quantità di anni è francamente inaccettabile ma l'ultimo direi che lo teniamo. perché davvero io non so fare meglio di così.

auguri.

[*] come non avrete difficoltà a credere, infatti, la ragazzina ha soltanto un cappello.
[**] è il motivo per cui - al netto delle scenate - il coinquilino è ancora il mio adulto preferito [a pari merito con kate moss].

[+] :: ore 08.00 :: 32 comments


04/04/07

:: by :: LaVale
Toc toc

Da quando ho chiuso il mio blog sono successe varie cose.
Per esempio, l'altra notte, una pera marcia è rotolata dal sopra il micronde dove era stata dimenticata ed è caduta dritta dritta nella mia borsa. Decisamente ingiusto.
Voglio dire, tu te ne torni alle nove di sera dopo aver girato il Veneto per appuntamenti di lavoro, varchi la soglia e sei assaltata dai tuoi bimbi...i miei son grossi e quando prendono la rincorsa nel corridoio c'è da spaventarsi....non è che pensi bene a non lasciare la borsa lì che magari c'è una pera marcia che potrebbe, per collasso, finir per rotolare sopra a tutti i documenti e contratti che hai portato a casa. Molli la borsa d'istinto e apri le braccia, piaghi le gambe più che puoi ad assorbire il contraccolpo, chiudi gli occhi e speri che anche questa volta ti vada bene.
Una pera marcia che cade da sopra al micronde nella tua borsa fa danni oltre l'imaginabile. La guardi lì spiaccicata e pensi che basterà raccoglierla con un pezzo di scottex. Non è così.

Per esempio oggi guidavo in macchina e mi sono sentita che fosse giusto mettere al corrente mia figlia (10 anni) che avevo chiuso il blog. Ci abbiamo scherzato spesso io e lei sul mio blog. E' pazzesco come i bimbi sappiano dimostrare un'apertura naturale per le cose senza metterle in discussione. Per lei, mamma da sempre ha un blog, mamma va ad aperitivi blogger, tutte le volte che lei ha incontrato gli amichetti blogger di mamma si è divertita un sacco (al primo aperitivo di Grazia è stata perfino coinvolta nella reception e queste son cose che inorgogliscono i bimbi a dismisura e lei se lo ricorda ancora). L'ho detto e poi l'ho guardata di sbieco perchè guidavo. Mi ha stupito la sua faccina con la bocca aperta dallo stupore, come se qualcosa proprio non matchasse con la mia vita.
Perchè? Mi ha chiesto.
Perchè è successo che ci sono persone che adesso lo leggono e prima no. Mamma, posso dirti una cosa senza offesa e senza che tu ti arrabbi?
Certo tesoro che puoi.
Mamma tu al posto del cervello c'hai la segatura. Ecco.

Per esempio, esempio che mi preme oltre a tutti, un sottobosco di esseri umani meravigliosi si è manifestato dando valore a tutto il mio blog. Un valore sensazionale. Io conosco davvero poco le dinamiche relazionali di rete. E sinceramente non me ne sono mai preoccupata. Mi è solo capitato di avere un blog e di divertirmi a scriverci perchè mi faceva stare meglio, mi faceva ricordare particolari delle mie giornate, mi faceva riflettere, sdrammatizare, piangere, incazzare, ridere, sfogare. A seconda di come capitava.
Adesso so che le relazioni di rete sono assolutamente equiparabili a quelle della vita "normale" (così la chiamerebbe chi non ha relazioni in rete). Tutte le persone che hanno voluto commentare la mia dipartita hanno mostrato di conoscermi tanto quanto i miei amici che si siedono intorno al mio tavolo quando mio marito cucina le sue prelibatezze indiane e tutti sono chiamati a raccolta. Alcune addirittura hanno saputo leggermi nella mente, come mi conoscessero dai tempi del liceo. Devo dire che se avessi appena sospettato l'affetto che circondava il mio blog, e tutte queste relazioni inespresse ma reali solo perchè io scrivevo e altri leggevano, bè sarebbe stato più difficile chiudere, se non impossibile.

Infine, succede che son lì ieri sera con una pentolata grande (siamo in 5 in famiglia) di patatine che si friggono allegre in due dita d'olio (si lo so, terribilmente poco salutare, ma le faccio molto poco spesso e l'olio è extravergine d'oliva, del contadino pugliese vicino del trullo dei miei amici ad Alberobello) e d'un tratto mi accorgo che non c'è carta da cucina (finita) e neanche tovaglioli di carta (finiti) e neanche vecchi sacchetti del pane, quelli di carta marrone, come usava la mia nonna (dimenticato di comprare il pane). Non posso neanche mandare giù dalla vicina di casa uno dei bimbi per farmene prestare un rotolo perchè l'ho già fatto la settimana scorsa e non mi va di pubblicizzare troppo la mia disorganizzazione. L'unica cosa di assorbente che c'è per casa è la carta igienica. Ecco, mi son detta, se si chiama igienica andrà pur bene anche per le patatine, no? Problema risolto.

Insomma, son tre anni e più che metto la mia vita sul mio (ex) blog e cose così che mi capitano dal cervello scheggiano dritte come fulmini ai miei polpastrelli e il prurito si fa irrefrenabile (si lo so, mi stupisco anche io di questo fenomeno, ma tantè). Semplicemente devo scriverle.

Ecco quindi si capisce che regalo grande mi abbia fatto Lisagialla offrendomi le chiavi di casa sua (e dandomi una password che mi ha fatto rotolare giù dal divano dal ridere). Prometto che cercherò di non imbrattarlo di ketchup e di ovetti kinder liquefatti.

[+] :: ore 21.46 :: 21 comments


:: by :: karen
Piccolo sfogo..

non bastavano le Coppe, ora inizia pure la Coppa America!

K.

[+] :: ore 21.40 :: 0 comments


:: by :: lisagialla
il mestiere di genitore

hanno ragione: fare la mamma è difficilissimo. infatti, dopo quattro mesi e mezzo, io non ho ancora capito una cosa. con la carrozzina è più comoda una borsa piccola appesa al gancio - australiano: una lunga storia - con dentro solo l'essenziale o una - che so - giant arena bag che tenga pure un cambio e il fasciatoio da passeggio?

[+] :: ore 09.32 :: 8 comments