Un blog che fa parte di una "casta di gente di sinistra"
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30/09/03



Oggi non sapevo che fare e mi son detto: proviamo a fare il piano di studi. Dopo aver lottato coi malefici baracchetti informatizzati che rispondono al nome di Poliself (tendevano ad incraniarsi quando volevo aggiungere l'esame di Chimica, sarà un segno del destino? ), il risultato è stato questo:

quest'anno, 11 esami.

Mi sono già stufato.





Le sfide impossibili - 1

In sostanza, l'ennesima rubrica di cazzate. Questa volta, però, potete provare a farle anche voi a casa!

Provate a mangiare un Buondì in 20 passi, senza mai fermarvi. Buondì liscio, senza cremine, coperture strane o altre ammennicoli.

Uno guarda un Buondì e dice "figurati, che cagata, ce la faccio ridendo su una gamba sola scrivendo distici elegiaci". E invece no: la suddetta merendina, una volta introdotta in bocca, prende possesso del cavo orale e diventa totalmente inmasticabile a meno di non berci sopra qualcosa. E questo, nella nostra sfida, non si può fare.

Evito di descrivervi la fine orrenda toccata agli incauti che hanno cercato di mangiarsi il Buondì intero.




28/09/03



Lights go out, stars come down

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto.

No, questa è un'altra storia.

E' che sei perso nella tua nullafacenza insonne alle tre e mezza del mattino quando senti un suono:

pluuuuuff.

PC spento, tv spenta, radiosveglia spenta, luci spente.

Che tre coglioni.

Aspetti che i tuoi occhi si abituino al buio. Attendi che la stanza venga rischiarata dal chiarore dei lampioni di fronte alla tua finestra.

Niente.

Esci in balcone. Lampioni spenti, luci residue delle case vicine spente. Buio totale.

Che cazzo sta succedendo.

Ambulanze.

Che cazzo sta succedendo?

Rapido giro di messaggi fra la tua rete neurale di non-dormienti: qui è andata via la luce, e da te? sì, anche da me è andata via, sai se è andata via anche a Cazzillobuffoarboricolo? sì, mi ha appena detto che è andata via anche a lui.

Mi sa che è andata via un po' dappertutto.


La situazione assume connotati decisamente surreali. Cerchi di fare altro ma senza luce non puoi, cerchi di pensare ad altro ma la mente cerca delle spiegazioni a quello che sta succedendo. E non puoi non farti balenare alla mente il caso pessimo:

Attentato! Si tratta di attentato!

Cerchi di razionalizzare: per fare un casino degno di questo nome, si sarebbe dovuto staccare la corrente di giorno, di notte non serve a niente, non c'è in giro nessuno (oddio, proprio nessuno no). Ma inizi ad avere un minimo di paura, temi che da un momento all'altro possano spuntare fuori dei bombardieri nazisti o i quattro Cavalieri dell'Apocalisse. Ovviamente, tutto questo non giova alla tua insonnia.

Ore 4.45:

.ffuuuuulp

Torna la luce. TV, alla spasmodica ricerca di edizioni straordinarie di un TG di sorta, foss'anche Studio Aperto. Trovi per grazia ricevuta Rai3/RaiNews24. Didascalia a mezzo schermo:

ORE 3.30: BLACKOUT IN TUTTA ITALIA.

L'importante è essere chiari.




27/09/03



Grande sondaggio per aprire la Campagna di Dereferenziazione del Mio Libero Arbitrio.
Ho ritirato il modulo per iscrivermi alle liste per fare lo scrutatore alle elezioni. Devo firmarlo o no? Si accettano suggerimenti, proposte, aneddoti ed esperienze di vita vissuta.





Esperienze mistiche

Stai recitando.
Sai la parte.
Sei tranquillo.
Dici una battuta che avresti dovuto dire cinque (o, meglio, cinque) pagine dopo.
Guardi l'altro attore con te sul palco che annaspa.
Annaspate entrambi.
Riuscite ad uscirne fuori fra atroci sofferenze.
Tenti di fare harakiri sul palco.
Dopo cinque pagine ti inventi un astruso giro di parole per ricondurre la trama su binari coerenti.

Bella vita la mia, eh?




26/09/03



Che bello, per l'università devo comprare un solo libro.
Sì, peccato che debba stampare 340 pagine di Automatica e 290 pagine di Probabilità. Più altre 150 pagine di fotocopie di spartiti di pianoforte. La copisteria che sceglierò per far fare tutto questo lavoro mi farà socio benemerito.

A proposito di spartiti di pianoforte, oggi ho provato il brivido palingenetico di scegliere i pezzi da portare al diploma. A parte i dubbi amletici (porto le Brahms-Paganini o le Brahms-Haendel? o porto Franck? di Beethoven porto la 110 o la 111? porto Chopin o Liszt? Stravinskij o Bartok? potrei star qua delle ore e non decidere assolutamente nulla ), per me è stato bello chiudere definitivamente coi pezzi dell'Ottavo, mettere il punto, girare la pagina, avere un bel foglio bianco, andare a capo e iniziare con la lettera maiuscola. E' una cosa che, in generale, ogni tanto ho bisogno di fare. Se non posso farlo, formatto un disco fisso, che ha più o meno la stessa valenza simbolica.

(nel viaggio verso Monza e la lezione di pianoforte, sono stato perseguitato dalla mia autoradio e da quest'uomo: FranCiskje, al lavoro ti stanno schiavizzando? )




24/09/03



Leggo qua su Genesis e dintorni:

- nell'estate dell'anno prossimo uscirà il remix 5.1 del title album di questo blog
- domani uscirà il DVD di Serious Hits di Phil Collins (aka "il nano pelato", secondo la versione di Christian Rocca)
- il 3 novembre uscirà il video del Growing Up Tour di Peter Gabriel (accidenti a me e a quando ho deciso di non andare a sentirlo ad Assago )
- a novembre uscirà un doppio Greatest Hits di PG
- prima di natale uscirà il DVD di Invisible Touch
- ci sono le (solite) voci su una futuribile reunion dei Genesis

Troppa grazia!

Domani (se riesco a recuperare gli appunti), posterò una grande perla di saggezza del mio prof. di Automatica. Stay tuned, ci sarà da inquietarsi a profusione.




22/09/03



Innanzitutto, ringrazio chi di dovere per il micro-update grafico del mio pretenziosissimo blog.

Ah, che bello (?) rituffarsi nella routine politecnica. La Gazzetta del lunedì mattina, la ggente del treno, Porta Garibaldi fatiscente e la metro verde rovente, i volantinatori e i torrioni di cartacce attorno ai cestini, i compagni che sono rimasti e i compagni che hanno cambiato corso, le cazzate (come sempre, ottime e abbondanti), Elettronica che sembra una mazzata e Automatica che non si capisce dove vuole andare a parare, Probabilità che è di una noia mortale, i prof. che smoccolano, le macchinette che mangiano soldi, i cambiamonete a orologeria e tutto il resto che dà colore alla altrimenti grigia vita da ingegnere in procinto. E, quando meno te lo aspetti, arriva qualcuna a riaprire cose che avevi pateticamente sepolto svariati mesi addietro e l'unica cosa che ti viene in mente di dire è "Troppo tardi, dolcezza".

L'unica soluzione è la seguente: caffè, Genesis, non necessariamente nell'ordine e, se possibile, contemporaneamente. E, se fumassi, una sigaretta ci starebbe bene.




21/09/03



Non posso non aderire con la massima urgenza a questa iniziativa: nonostante mi dia delle arie da sovversivo sinistrorso ipercritico e tendenzialmente rompicoglioni, sono un (eterodosso) figlio di Santa Romana Chiesa e, egregi signori Uittgenstainio ed Emmebi, alla domenica mattina avrei dei compiti istituzionali cui assolvere.

No, non faccio il chierichetto.

Intanto, aneddotica per il pubblico. Sono alcuni giorni che guido con con un sesquipedale vaso da fiori che gironzola libero per i sedili posteriori della macchina. E, se la macchina è questa, la cosa provoca mostruosi cambiamenti d'assetto in curva che rendono la sua guida simile a quella di un grosso bidone dell'immondizia. Forse dovrei mettere la cintura di sicurezza al vaso.




20/09/03



Annotazioni dopo un quarto d'ora di visione distratta dell'Isola degli Sfigati:

- il vestito della Ventura era orripilante, Dolce&Gabbana continuano a non far niente per convincermi che i loro capi non facciano schifo;
- Carmen Russo è un prodotto Dunlop;
- so di farle torto, ma, dopo averla vista, per quanto mi riguarda Selvaggia Lucarelli può dire qualsiasi cosa;
- Pierluigi Diaco va eliminato. Con qualunque mezzo. Lecito o illecito.

Aggiornamento
Onde evitare diatribe stoico-ciniche su D&G, vorrei precisare che io non capisco un beneamato cazzo di vestiti. Certo, si porrebbe il problema dell'opportunità di miei giudizi del genere, ma ormai c'è la moda delle "battute sul filo del paradosso", e io la seguo.




19/09/03



Adesso i virus informatici tentano anche di prenderti per disperazione: di questo stronzone di I-Worm.Swen me ne sono arrivate una trentina di copie (sic!) in meno di 24 ore. Che palle.





E' ufficiale: io dovrò prendere il posto di quest'uomo alla co-conduzione del programma radiofonico di Luca Uittgenstainio Sofri (come segnalato da mezza blogosfera: es. qui-Giuda MaccaBlog, qui-FranCiskje, qui-Mae* e qui-il diretto interessato. E' solo una questione di tempo.




18/09/03



Vaccaggini - 1

Con la presente inauguro una rubrichetta di invenzioni perfettamente inutili e probabilmente inesistenti di cui ho avuto notizia durante la mia esistenza terrena.

Acqua in polvere - Aggiungere acqua
Da non confondersi con l'Idrolitina, è vera e propria acqua disidratata. All'aspetto è un mucchietto infinitesimo di ceneri ferrose che, a contatto con acqua, si trasforma in acqua potabile. La cosa brutta è che, a causa di problematiche microchimiche discretamente noiose, per ottenere un litro di acqua in polvere bisogna aggiungere due litri d'acqua.

Controindicazioni: è altamente sconsigliato trasportare acqua in polvere nella stiva di una nave, se c'è una falla la nave non solo affonda ma rischia di implodere a causa dell'acqua in polvere riespansasi.




17/09/03



Ora, uno non può neanche fare una pseudobattuta che ti linkano in un post a) il cui significato non mi è chiaro dopo 45 letture b) in cui non capisco cosa c'entro. Bah. Rifacciamoci all'aureo postulato "Che si parli bene o male di me, purchè se ne parli."




14/09/03



Peccato.




12/09/03



Uno pensa che dopo una levataccia ma con viaggio tranquillo, dopo un po' di agitazione ma senza attacchi di panico, dopo non aver suonato al 100% del proprio potenziale ma almeno all'85-90% si possa stare relativamente tranquilli.

Col cazzo.

Signore e signori, vi presento il Delirio. La mattinata spesa a cambiare treni sembra mantenersi sul trend di relativa rilassatezza del giorno prima e non fa presagire la mistica presenza del Delirio. Passi Cremona, ti assopisci un attimo, stai per addormentarti quando...

Il foglietto. Ho dimenticato a casa il foglietto.

Flashback del giorno prima. Estrazione di Bach e Clementi per il secondo giorno. E' andata piuttosto bene. L'omino della commissione scrive i pezzi estratti sul foglietto e dice: "E' da riportare domani firmato".

Merda, merda, merda.

Panico. Chiamo la prof. "Devi fartelo assolutamente portare lì". Peccato che siano le 10 passate, anche volendo in meno di due ore a Mantova non si arriva. Mentre piango miseria, la folgorazione della mia insegnante: "Fattelo faxare". Praticamente le chiudo il telefono in faccia, chiamo mia madre. Dialogo surreale.

(Cercate di capire il mio nervosismo e perdonatemi se non ho onorato il padre e la madre.)

"Mamma, prendi il librone nero sul pianoforte."
"Aspetta... questo? C'è scritto 'Magnificat'..."
"No! Non è quello! Ho detto 'sul pianoforte', non 'sulla mensola sul pianoforte'!"
"Ma ho trovato questo!"
"Ah, grazie, mi sei stata utilissima, ciao."

Chiudo il telefono. Tiro cristoni. Richiamo:
"L'ho trovato."
"Aprilo, dovrebbe esserci un foglietto con su scritto 'Bach' e 'Clementi'."
"Sì, è questo."
"Ok, tra mezz'ora ti richiamo e devi faxarmelo al numero che ti dirò."
"Eh, ma non lo so, non c'ho tempo, c'ho da fare..."
"Senza di quello non posso fare l'esame."
"Non vedo l'ora di faxartelo."

Arrivo alla stazione di Mantova, corro in Conservatorio. Racconto il mio triste caso alle segretarie, che mi mandano dal direttore, simpatico omino che passa le sue giornate a girellare allegramente per le aule senza apparente costrutto. Dopo avermi autorizzato a faxare il foglietto fatato, chiamo casa e comunico il numero.

Passano cinque minuti, non è arrivato niente.
Passano dieci minuti, non è arrivato niente.
Passa un quarto d'ora, non è arrivato niente.

"Mamma, l'hai mandato 'sto fax?"
"Sì, l'ho mandato, non ne posso mica mandare quindici!"

Per disperazione, vado a provare un po' i pezzi. Scendo dopo mezz'ora:
"E' arrivato qualcosa?"
"Niente.", dice una segretaria, con un'espressione dolorosamente consapevole.

Sto per ghermire nuovamente il telefono quando arriva il direttore con un mazzo di fogli in mano:
"Sono arrivati dieci fax tutti uguali."
"Ah, ok, grazie."

Ne prendo uno, firmo e butto il resto.
Intanto arrivano gli altri due esaminandi: ragazza geometrizzata (di seguito, RG) con prof. e fratello al seguito e trentacinquenne compositore che tenta di passare l'esame per puro sfizio personale. Entra la prima: dovrei essere teso, in fin dei conti sto andando a giocarmi l'altra metà dell'esame. Niente, il monte-tensione me lo sono tutto giocato sull'affaire-foglietto. Infatti entro e sfodero un Bach e un Clementi da manuale.

"Alle 12.35 in segreteria per prendere il pezzo in tre ore".
Vado, prendo, entro e chiudo a chiave. E' la stessa stanza dove ho provato prima. Il pezzo non è niente di che, in circa tre quarti d'ora riesco ad imbastirlo.
Vado in bagno.

Il momento del ridicolo
Queste cose succedono sempre e solo a me. Voglio dire, passerò gli esami, sarò pseudo-intelligente e tutto quello che vi pare, ma questo genere di cose succedono solo a me. Perchè uno non può, non può, non può andare in bagno e pestare la testa contro il gigantesco affare metallico contieni-carta igienica. Non può, e in certi frangenti baratterei il mio cervello (che, alla fine della fiera, non dev'essere poi 'sto granchè) per la garanzia di non fare queste stronzate inenarrabili.

Botta allucinante. Soffoco una bestemmia fra le labbra. Trattengo a stento lacrime di dolore. Mi fiondo sotto l'acqua ghiacciata. Per scrupolo, tampono la ferita con un fazzoletto.

Sangue.

Tampono con un altro fazzoletto.

Sempre più sangue.

Vado avanti dieci minuti a tamponare ma non c'è verso di far smettere l'emorragia. Decido di espormi al pubblico ludibrio. Scendo in bidelleria. Mi faccio aspergere di acqua ossigenata. Sto rasentando il crollo psicologico. Mi ripeto che non è possibile che io faccia tutte queste stronzate, mi sta venendo da piangere in maniera isterica.

"Se dopo tutto quello che mi sono fatto succedere oggi non passo l'esame, vado a suicidarmi nel Mincio".

Dopo un quarto d'ora, smoccolando a più riprese, riesco a ritornare nella mia stanzetta. Mi gira la testa. Ci metto un altro quarto d'ora a ripigliarmi e a riprendere il pezzo dove l'avevo lasciato. Con le unghie e con i denti, con la testa che scoppia e il diavolo in corpo, riesco a prepararlo comme il faut e a riservarmi dieci minuti per ripassare le scale.
15.35: fine clausura. Scendo e devo attendere la RG. Entro con dei capelli assurdi e l'istinto del killer. Sfodero un'eccellente esecuzione, mi chiedono una scala decisamente stupida, mi fanno un paio di domandine non impossibili. Sento il trappolone imminente.
C'è un commissario cieco. Già avevo subodorato che sarebbe stato lui a fregarmi, commissario cieco = udito fino = se sbagli anche solo mezza nota di striscio lui ti sgama. Matematico.

"Hai mai suonato con altri strumenti?"
"Purtroppo molto poco, solo tre o quattro volte..."
"Ecco, perchè una cosa che ti diranno sicuramente è di chiudere il coperchio del pianoforte..."

Ma io non avevo suonato così forte.

"Fai saggi, concerti, cose così?"
"Ogni tanto, una volta più frequentemente..."
"E che autori porti, di solito?"
"Bach, Beethoven e Chopin..."
"Sì, Beethoven... il tuo Beethoven era un po' irruento..."

Irruento? Tu non hai neanche una vaga idea di come sia il mio Beethoven irruento. Ieri mi sono controllato come mai avevo fatto nella vita.

"Ecco, forse ci vorrebbe una maggiore ricerca timbrica..."
Mio scatto d'orgoglio: "C'è anche da dire che io sono abituato a suonare sui pianini verticali, non è semplice controllare la dinamica di un pianoforte a coda in una sala che rimbomba molto dopo una sola ora di prova..."
(altra commissaria) "E' come guidare una Ferrari..."
(presidente di commissione) "Sì, ma la Ferrari ha problemi di gomme!" (quindi?)

Esco pesantemente perplesso.
Mentre il trentacinquenne entra e sfodera tutta la sua romanticheria (la prof. della ragazza geometrizzata aveva definito me "l'Aggressivo" e l'altro "il Romantico", fate vobis), inizio ad entrare veramente in tensione.
Mi toccherà rimanere fino alla proclamazione dei risultati, cosa che non ho mai voluto fare. Non posso reggere la tensione, non ora, non oggi.
16.20, la Commissione inizia a rimuginare sui voti. Il fratello della RG sta fuori dalla finestra dell'aula ad origliare. La Commissione va avanti, va avanti un po' troppo. Si fanno ipotesi: avranno dei dubbi? E su chi? Io e il Romantico ci pigliamo per il culo dicendoci reciprocamente "Sì, staranno decidendo se darti 9,50 o 10, mentre avranno già ampiamente deciso di bocciarmi."
La testa di ponte arriva alle cinque meno dieci con delle indiscrezioni: io 7, il Romantico 7,20, sulla RG c'è un aspro dibbattito in corso. Non mi fido, sono sempre più teso.
Ore diciassette: la RG viene chiamata in aula.

Passano cinque minuti e non esce.
Passano dieci minuti e non esce.
Passa un quarto d'ora e non esce.

"C'è dell'accanimento.", esclamo a una prof. della RG quasi rassegnata.
17,20: la RG esce in lacrime.
Chiamano me e ho del sacro terrore.

Subito, il presidente: "Lei ha passato l'esame."
Non ho nulla in contrario.
"I voti parziali:
Scarlatti: 6,50."
(mi aspettavo almeno mezzo voto in più, ma ci può stare.)
"Bach e Clementi: 8."
(eccheccazzo.)
"Mendelssohn: 6"
(sei? sei?!?!?!? l'ho suonato col culo che più col culo non si poteva e mi date sei? definiscesi "grasso che cola".)
"Beethoven: 6,50."
(Beethoven era il pezzo su cui ero più tranquillo e che avevo suonato meglio e mi date solo 6,50? non capisco. veramente non capisco.)
"Schumann: 5,50."
(cinque e mezzo, cioè a) insufficiente b) mezzo voto in meno di quella porcheria di Mendelssohn? non voglio dire che c'è qualcuno che si droga, ma quasi.)
"Brahms: 7."
(noto con piacere che ci siamo sprecati sui voti.)
"Pezzo in tre ore: 8."
(ok, più di 8 non danno. pace.)
"Media 6,80."
(commissaria) "E' soddisfatto?"
(con la più grande faccia da tolla del mondo): "Sì, l'esame era imponente, l'importante era averlo passato."
"Adesso potrà pensare al diploma."
"C'è tempo."

Saluti, ringraziamenti e uscita. La RG sta ancora piangendo. Mi vergogno come un cane. Il Romanticone conferma le indiscrezioni sul 7,20. Ho perso la pseudo-sfida lanciata dalla prof della RG, però, come dice il poeta, fotte sega.

Nonostante le pesanti perplessità sui voti parziali, levarmi questo immenso, inenarrabile mattone di dosso è stato una liberazione e non me ne sono ancora reso del tutto conto. Comunque, dopo il filotto di esami di questo 2003, posso dire una cosa con granitica certezza: mission accomplished.





Ovviamente, uno decide di fare un post quasi serio e, dopo che l'ha finito, gli sparisce. Alè.

In questi due giorni ho vissuto fuori dal tempo. Levatacce, viaggi, miraggi, sudate, colpi di testa e treni, treni come se piovessero. Torno a casa un paio d'ore fa, racconto gli affari miei all'universo come al solito ed inizio a girellare come mio solito per la blogosfera. Uno, due e tre, tanto per citare i primi tre che ho letto. E realizzo: "E' l'11 settembre".

Rewind.

11 settembre 2001. Ore 14, lezione di pianoforte. Ore 14.45, il primo aereo si schianta sul WTC. Ore 14.57, treno regionale per Lecco via Carnate non ferma a Vercurago. Sono all'oscuro di tutto. Mi assopisco. Mi risveglio poco prima di scendere e sento un tizio al cellulare parlare di "aerei" e "Pentagono". Penso: "Bah, Bush si annoiava e avrà deciso di sparare un paio di missili a Saddam". Percorro con la massima tranquillità il breve tratto di strada che separa la stazione da casa mia. Ore 15.30, entro in casa. Dò una scorsa alla televisione.

TG5. (?)
Torri. Torri Gemelle. (??)
Fumo. (???)

Mia madre tenta di darmi un confuso ragguaglio della situazione. Non realizzo. Sento Mentana più ansiogeno del solito: aerei, Twin Towers, Pentagono.

Il tizio della telefonata.

La prima sensazione è di panico totale, la prima reazione è prendere in mano il telefono e chiamare tutti, amici, parenti, professori, conoscenti, vicini, chiunque. Tutti con il tuo stesso, identico umore.

"Non può essere vero."
"Ci saranno un milione di morti."
"E' la terza guerra mondiale."

Guerra? Chi va in guerra? I soldati. I soldati di solito sono giovani... dovrò andare in guerra. Ma io sono cecato, non sono capace... ho paura, una paura folle. Per svariate ore ho la certezza di venire chiamato da qualcuno delle Forze Armate e di dover partire per un non meglio precisato fronte.
Le Torri crollano, prima una, poi l'altra. Vengono giù come un gigantesco domino. Fanno impressione.
Il panico si trasforma in confusione, non si sa più che fare, non si sa più quanti aerei impazziti ci siano in giro, non si sa più dove possano colpire, non si sa chi possano colpire.
Sono stordito, mi gira la testa, mi sembra tutto ovattato come in un sogno ma è vero, eccessivamente vero. Mi rifugio in camera mia. Guardo il puzzle sopra la mia scrivania: raffigura la skyline di Manhattan, con le Twin Towers che svettano. Sento pesarmi addosso la surrealità della situazione.
Le ore passano, si capisce sempre meno e il telefono è sempre più fumante. Ho la testa ingolfata di angoscia, mia e altrui. Con qualcuno si tenta di fare della pseudoironia, ma non è possibile, non qui, non ora. Non è il solito servizio dall'estero più o meno edulcorato, ma una cosa vista in diretta nei minimi particolari, una cosa quasi coreografata, una cosa che i quattrocento metri di caduta libera di uno sconosciuto non possono che accentuare ulteriormente.
Si fa sera e quindi notte, con un gigantesco fardello di inquietudine addosso. Vado a dormire ma non può essere un buon riposo, nè l'11 settembre nè i giorni successivi, nè le settimane successive, nè, forse, i mesi successivi. Spesso, troppo spesso sembra succedere qualcosa che ti fa pensare "Oddio, un'altra volta". E' una spada di Damocle che, almeno personalmente, mi sono portato appresso per tanto tempo.

Adesso le cose sono tornate alla normalità: ho ritrovato la mia tranquillità, gli altri l'hanno ritrovata con me, ho paura di prendere l'aereo esattamente come l'avevo prima, non vedo terroristi ad ogni angolo di strada. Però qualcosa è cambiato. Forse ho la consapevolezza che può davvero accadere tutto, anche la cosa più impensabile, più impossibile, più assurda e tragica. E non è una bella consapevolezza.

Il puzzle delle Torri Gemelle lo abbiamo buttato un paio di settimane fa. Perdeva i pezzi, rischiava di sfasciarsi. Adesso sopra la scrivania ho la foto di un panda scattata una decina di anni fa al Bois de Vincennes. Carina, ma quando alzo gli occhi dal monitor del computer la mia piccola ferita collettiva non si riapre più. E, sinceramente, preferivo lasciarla leggermente aperta, per non dimenticare.




11/09/03



Ebbene sì, sono Vincitore Lamentoso. 6,80/10 e una ferita lacerocontusa al cuoio capelluto. Maggiori dettagli domani.




09/09/03



Domani si parte per fare l'Impresa. Sarà una due giorni ai limiti dell'allucinante. Si spera che l'epilogo possa essere simile all'ultima volta; alla peggio, potrà uscir fuori una roba come questa.

Mi faccio un "in bocca al lupo" da solo. Ne avrò bisogno.





Disclaimer: è una campagna per la diffusione di David Foster Wallace nel mondo.

Per la lodevole iniziativa segnalata dalla Mae* non posso fare altro che suggerire quel rutilante, immenso, straordinario trattato sull'esistenza umana che risponde al nome di Infinite Jest. (qui la relativa pagina su Amazon: declino ogni responsabilità per eventuali spoiler ivi contenuti.)
Però col cazzo che dopodomani pomeriggio lo lascio su una panchina.

(ah, Mae*, mi sa che a non apprezzare i bellocchismi degli ultimi giorni siamo almeno in tre.)




08/09/03



Sportalate varie ed eventuali:

- Europei di basket: oggi, partitone dell'Italia contro la Germania di Dirk Nowitzki e soci. E, ovviamente, io non l'ho vista: ho invece dovuto patire le pene dell'inferno ieri vedendo il soffertissimo ultimo quarto contro la Bosnia-Erzegovina (che ha come maglia un orripilante incrocio fra la maglia dei Lakers e quella degli Harlem Globetrotters).

- US Open di tennis. Dopo il profluvio di post su Wimbledon, qualcuno si sarebbe potuto aspettare un monitoraggio continuo. E invece no, i bastardi di Sky hanno pensato bene di non far vedere su SkySport 1 (l'unico canale di sport che vedo col mio baracchetto analogico) *neanche* le repliche di neanche un pidocchioso game di una partita di primo turno di Vinciguerra o Spadea (per nominare due tennisti che aborro ). Quindi mi tocca commentare distrattamente la vittoria del Cannoniere Roddick e della mia tennista preferita.

- Europei di pallavolo. Non me ne potrebbe fregar di meno.





Camillo-Christian Rocca, nel Re:No subject di Settembre, si lancia in una sociologia del giocatore di basket e del suo numero di maglia. Io ero un 14, non ero uscito dal manicomio, non ho mai commesso uno sfondamento per evidenti limiti fisici e avevo preso il numero in onore di Vinny del Negro (che, all'epoca, giocava nella Benetton Treviso). Ho ballato una sola stagione, ma, come solgo dire, proporzionalmente me la cavo meglio a basket che a calcio.

Disclaimer: tutto il mio commento ha senso se, come mi sembra di ricordare, del Negro aveva effettivamente il numero 14. Altrimenti, mi sono costruito un tragicamente falso ricordo pluridecennale.





Quanto scrivono bene le microdirimpettaie gialle? (nella fattispecie, una e una due) Mi sta venendo voglia di andare a New York ad ascoltare cassettine di Nick Cave.




07/09/03



Il cervello dell'utente selezionato ha raggiunto il punto di saturazione. Provare a richiamare più tardi o a sostituire il cervello in questione.

Sto avendo una crisi di rigetto da pianoforte. Dopo giovedì, comunque sia andato l'esame, non voglio più vedere una tastiera per almeno un mese. Per farvi partecipi del dramma umano a cui sto per essere soggetto, facciamoci quattro risate assieme leggendo il programma dell'esame.

1. Esecuzione di una sonata di Domenico Scarlatti di carattere brillante estratta a sorte seduta stante fra tre presentate dal candidato.
Carattere brillante = da suonare velocissima. Alè.

2. Esecuzione di uno studio estratto a sorte ventiquattro ore prima fra gli studi nn. 2, 5, 9, 14, 15, 16, 17, 21, 26, 30, 32, 36, 44, 47, 58, 63, 65, 78, 86, 87, 88, 95, 96 del «Gradus ad Parnassum» di Clementi.
23 torture cinesi.
Esecuzione di un preludio e fuga estratto a sorte ventiquattro ore prima fra una scelta di ventiquattro Preludi e Fughe fatta dal candidato (dodici nel primo e dodici nel secondo volume) del «Clavicembalo ben temperato» di J. S. Bach.
Porti 47 pezzi a un esame e ne suoni 3. Per la serie "il lavoro inutile".

3. Esecuzione di uno studio estratto a sorte fra due di autore differente scelti dal candidato fra le seguenti opere:
Moscheles: uno dei tre studi n. 1, 3, 23 dell'Op. 70.
Faccio uno di questi tre: l'apoteosi del kitsch pianistico.
[...] Mendelssohn: Studio in si bem. min.
Già questo ha la sua dignità.

4. Esecuzione di una Sonata di Beethoven scelta dal candidato fra le seguenti: nn. 3, 4, 7, 8, 12, 15, 16, 17, 18, 21, 26.
E qui non dovrebbero esserci problemi.

5. Esecuzione di una composizione scelta dal candidato fra le seguenti:
[...] Schumann: Aufschwung (dai Phantasiestücke Op. 12).
Anche qui non dovrebbero esserci problemi, se non sfascio il pianoforte.

6. Esecuzione di una composizione scelta dal candidato tra le seguenti:
Brahms: Rapsodia Op. 79 [...]
Stesso discorso di Schumann, con l'aggravante che, mentre suonavo questo pezzo, il pianoforte l'ho *già* sfasciato.

7. Interpretazione di una composizione assegnata dalla Commissione tre ore prima dell'esame e preparata dal candidato in apposita stanza fornita di pianoforte.
Leggi: in clausura. Grandeeeee divertimentoooooooo!

Prove di cultura:

1. Lettura estemporanea di un brano di media difficoltà.
Voglio proprio vedere cosa intendono per "media difficoltà". C'ho dell'inquietudine.

2. Discussione su questioni concernenti la tecnica: esecuzione delle scale maggiori e minori in doppie terze e doppie seste. Diteggiatura di un brano pianistico. Interpretazione degli abbellimenti.

3. Saggio di lezione da tenersi ad un alunno dal primo al sesto corso.
?!? C'è il bambinetto a cui devo far lezione? Spero di no. Per lui.
Dar prova di conoscere l'origine e lo sviluppo del pianoforte, la letteratura dello strumento, citando i temi delle opere più importanti e qualche loro particolare più caratteristico, con particolare riguardo alla letteratura del concerto per pianoforte ed orchestra.
In sostanza: in queste prove di cultura non si capisce bene cosa si debba fare. Esame più terno al lotto di questo credo ce ne siano pochi.




06/09/03



Scopiazzando l'Escapista, mi va di scrivere una lista di "31 pezzi (in ordine sparso) che abbiamo ascoltato un paio di volte":

Dire Straits - Once upon a time in the West
Alan Parsons Project - I, robot
Elio e le Storie Tese - Pagano
Frank Zappa - St. Alphonzo's Pancake Breakfast
Nick Cave and the Bad Seeds - The Curse of Millhaven
Radiohead - The Bends
Bruce Springsteen - Born to run
Mike Oldfield - Moonlight shadow
Bjork - Human behaviour
Depeche Mode - Personal Jesus
Peter Gabriel - San Jacinto
Fabrizio de Andrè - Via del Campo
U2 - Where the streets have no name
Genesis - Supper's ready
R. E. M. - Losing my religion
Francesco Guccini - Venezia
Pink Floyd - A saucerful of secrets
Billy Joel - Piano man
Police - Roxanne
Subsonica - Strade
Idlewild - You held the world in your arms
Coldplay - Clocks
Dido - Hunter
Alphaville - Big in Japan
Beastie Boys - Sabotage
Blur - Parklife
Brian Eno - By this river
Clash - Rock the casbah
Cristiano de Andrè - Dietro la porta
Lou Reed - New York Telephone Conversation
Samuele Bersani - Replay




05/09/03



Cronache di Puglia - Part 3
Miscellanea

Alcune cose ricorrenti e non durante la Campagna di Puglia:

- in quelle lande, la radio è uno stato mentale. Il panorama musicale di quest'estate è deprimente come non mai, quando poi non riesci a prendere neppure Radio Capital (classico refugium peccatorum) sei finito. E se, quando la prendi, la cosa migliore che passa il convento è Invisible Touch dei Genesis (di cui si è già ampiamente parlato), capisci che forse è meglio affidarsi al buon vecchio CD portatile. Quanto meno, al posto di Invisible Touch puoi ascoltarti Supper's Ready.

- abitudine comune tra i giovani uomini locali è il rievocare svariati pipponi passati, nelle scorse stagioni, tra Bari e Foggia. Su tutti si staglia il nome di Pascual De Gregorio (catafalco cileno passato da Bari quattro anni fa), seguito a breve distanza da Markus Allbäck (immensa chiavica nel '97 a Bari, titolare della nazionale svedese oggi) e Gualtiero Grandini (ex difensore del Foggia di Zeman, che si autodefinì, molto modestamente, "il nuovo Cabrini").

- a prescindere dagli accorgimenti presi in precedenza, una tenda da campeggio dopo due giorni è completamente invasa dalla sabbia.

- la qualità di una pompa per gonfiare materassini è inversamente proporzionale al prezzo.

- la qualità di un materassino è inversamente proporzionale al prezzo.

- il grado di rincoglionimento degli esercenti locali, in una scala da 1 a 10, tende a 65556.

- la combo scirocco-incendi in zona genera temperature devastantemente alte (es. 30.8.03, Peschici, ore 2.15, 37 °C).

- i cappuccini vengono serviti a temperature dell'ordine dei 37.000 °C.

- fare colazione con un Magnum devasta le pareti gastriche a livelli raggiungibili solo dall'ingestione di strani unguenti, tra cui er muriatico.

- i muffin degli Autogrill prendono possesso del tubo digerente di chi li mangia e non lo abbandonano prima di 48-72 ore.

- sulle spiagge del Gargano c'è bandiera rossa a prescindere dalle condizioni del mare.

- i bagnini hanno l'unico compito di rompere le palle ai bagnanti.

- le ceche non parlano (non "non parlano italiano", "non parlano inglese": "non parlano").

- la mia resistenza fisica mi consente di giocare a calcio sulla spiaggia per ben 5 minuti prima di essere colto da mostruosi attacchi d'asma.

- gli attacchi d'asma non mi impediscono di segnare di tacco ed esultare in maniera stupida.

(3 - continua)





Iiiih, che bello, anche l'ingegnere finto ha aperto un blog!




04/09/03



Almanacco dei Cazzi Miei - Sconsigliato ai deboli di stomaco

Meno cinque all'esame. Giornata di non-ispirazione totale. Studi pianistici scarsamente efficaci. Umore generalmente e discretamente basso.

I'm coming down, coming down like a monkey, but it's alright
Like a load on your back that you can't see, ooh but it's alright
Try to shake it loose, cut it free, just let it go, get it away from me.

Cos tonight, tonight, tonight - oh, I'm gonna make it right
Tonight, tonight, tonight - oh.

I'm going down, going down, like a monkey, ooh but it's alright
Try to pick yourself up, carry that weight that you can't see,
Don't you know it's alright
It's like a helter skelter, going down and down, round and round
But just get it away from me - oh.

Because tonight, tonight, tonight - oh
We're gonna make it right
Tonight, tonight, tonight - oh.

I got some money in my pocket, about ready to burn
I don't remember where I got it, I gotta get it to you
So please answer the phone, cos I keep calling, but you're never home
What am I gonna do
Tonight, tonight, tonight - oh
I'm gonna make it right
Tonight, tonight, tonight - oh.

You keep telling me I've got everything, you say I've got everything I want
You keep telling me you're gonna help me, you're gonna help me, but you don't
But now I'm in too deep
You see it's got me so that I just can't sleep
Oh get me out of here, please get me out of here
Just help me I'll do anything, anything
If you'll just help me get out of here.

I'm coming down, coming down like a monkey, ooh but it's alright
It's like a load on your back that you can't see,
Ooh don't you know that it's alright
Just try to shake it loose, cut it free, let it go
But just get it away from me
Cos tonight, tonight, tonight - oh
Maybe we'll make it right
Tonight, tonight, tonight - oh.

Please get me out of here
Someone get me out of here
Just help me I'll do anything, anything
If you'll just help get me out of here
Tonight - oh, I'm gonna make it right
Tonight, tonight, tonight - oh.

Yes tonight, tonight, tonight - oh,
Yes I'm gonna make it right, tonight, tonight, tonight - oh...




02/09/03



Now on air: Peter Gabriel - Secret world. Si ritorna all'antico.

Cronache di Puglia - Part 2
Il festival dell'anafora

Metti che una sera in discoteca ti fanno conoscere 5 ragazze. Metti che di queste 5 un paio siano anche carine. Metti che il giorno dopo riesci a rivederle.

Lì inizia il dramma.

Perchè queste 5 sono a malapena in grado di costruire una frase in italiano corretto. Perchè quando tenti di parlarci ti rispondono con monosillabi e versi gutturali. Perchè qualsiasi tentativo di tirarle dentro un discorso si risolve in un nulla di fatto. Perchè c'è chi lancia sentenze e giudizi con la delicatezza di un falegname norvegese e la precisione di un arciere sbronzo. Perchè c'è chi è acida come uno yogurt scaduto da sei mesi. Perchè c'è chi assomiglia a Marilyn Manson. Perchè c'è chi non reagisce agli stimoli. Perchè c'è chi vorrebbe svincolarsi dal branco ma non può.

E tu ti stramazzi le palle, e altri tre si stramazzano le palle, ma l'altro no, l'altro insiste, l'altro vuole concludere qualcosa anche se è perfettamente conscio dell'insopportabilità del tutto. E allora ci esci una sera, le vai a cercare in spiaggia, le vai a cercare nel residence, percorri chilometri a piedi scalzi inserendoti pietre aguzze sulla loro pianta, cerchi di fare finta di sembrare, se non interessato, almeno non-scocciato, ma è inutile.

Anche volendo, anche sforzandosi, sai che non potrai reggere più di tanto.

E, dopo l'epopea del Frigorifero di cui sopra, ti tocca sorbirti due ore di Dannata Festa Delle Medie, di giochini inutili e dannosi come "Spaccaamicizia" e "Il Gioco della Verità", dove gli altri tentano di farle aprire un po' di più e si sentono rispondere con domandine banali e all'acqua di rose come "chi è il più timido?", per poi cambiare gioco con cose tipo "hai mai stuprato una ragazza?". E l'insofferenza monta, inizi ad esclamare "Ma che cazzo di domanda sarebbe?!?" ma pensi di riuscire a controllarti. E il tutto va avanti, sembra non finire mai, tu hai sonno, ti fa male la testa, soffri le pene dell'inferno perchè stai male fisicamente e stai male moralmente, ti sembra che questa tortura cinese non debba finire mai, intanto partono dei discorsi che dovrebbero coinvolgere tutti e si risolvono in una partita a tre fra gli altri tre single, mentre le 5 ragazze (che ormai possiamo definitivamente chiamare "cinque tonni") non reagiscono, non si sentono coinvolte nonostante si cerchi di coinvolgerle, non hanno voglia, non hanno argomenti.

"Oh, sono le cinque! Ragazzi, ci portate la colazione in camera?"

Ed è quella frase, pronunciata dall'acida di turno, da quella che dal primo momento in cui vi siete visti non ha fatto altro che vomitare fiele su chiunque, parlar più o meno male di chiunque e rendersi insopportabile a sè e al mondo, quella frase che viene detta con un fastidiosissimo tono di pretesa che il mezzo scritto e informatico non può riuscire a rendere, quella frase quanto mai inopportuna che fa rompere qualcosa, è lì che il cielo di carta si strappa, che sai che la misura è colma e devi dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche una stronzata, anche una volgarità, ma devi dire qualcosa, altrimenti potresti scoppiare definitivamente e sarebbe deleterio per tutti.

E' il momento, e non ci pensi due volte.

"Sì, e tu facci una pompa."

Peccato di non averlo esclamato all'universo, ma di averlo detto così sottovoce da esserti fatto sentire solo dal tuo sodale, che se ne va in un angolo a ridacchiare. Ed è lì che anche gli altri capiscono in maniera definitoria che non c'è storia, che rimanere coi cinque tonni non potrà portare da nessuna parte, che non si potrà parlare, non si potrà discutere, non si potrà fare alcunchè (per chi fosse stato interessato).

E la cosa si chiude: un bidone, un'uscita saltata, qualche improperio assortito. E stai lì a pensare di essere stato troppo schizzinoso, di non essersi saputo adattare alla situazione e contestualizzare i tonni (che avevano, peraltro, 19 anni). Ma alla fine concludi che tentare di instaurare uno straccio di rapporto con loro sarebbe stato difficile se non impossibile: troppa la differenza di vedute, retroterra, prospettive perchè ci potesse essere un minimo punto di contatto. E questo non è essere schizzinoso-snob-insensibile, ma capire che, piuttosto che forzarsi ad entrare in contatto con qualcuno di cui non ti frega assolutamente nulla quando si può tranquillamente evitare di farlo, è meglio per tutti una sana indifferenza. Per fortuna, il prosieguo della vacanza ha riservato interazioni leggermente più soddisfacenti...

(2 - continua)





Il buon Franciskje (allegramente partito per le ferie, 'tacci sua) in un post di eoni fa sostiene che dopo il punto bisogna andare a capo. Posso dissentire? Secondo me non si va necessariamente a capo a fine frase, ma a fine paragrafo, cioè quando, per farla breve, si "cambia argomento". Sennò questi poveri paragrafi che ci stanno a fare?





Le magliette di Guru mi hanno perseguitato per tutte le ferie, e credo di non essere il solo. Più che altro, mi chiedo come mai non si parli, in questo caso, di politicizzazione dell'abbigliamento da parte di una certa sinistra. Sarà che sono tutti impegnati da ambo le parti in questioni più importanti (che, come unico commento, mi suscitano il seguente: "Yawn").




01/09/03



Cronache di Puglia - Part 1
Elettrodomestici in libertà

Mi è stato chiesto da più parti di resocontare la Campagna di Puglia. Lo farò, ma non in maniera "canonica", come una specie di diario di bordo. Lo strutturerò in parti tematiche e non-cronologiche, un po' per tenere sulle spine il mio pubblico (nel primo giorno di attività di ShinyStat, 31 contatti: me ne immaginavo un decimo), un po' perchè mi va.

Premesse:
- il luogo: Lido del Sole, depressa frazione di Rodi Garganico (FO). Quattro bar, un'edicola, un negozio di alimentari, due ristoranti, 26 campeggi.
- i personaggi: come già anticipato, io e il mio sodale Ale-TAcchAN, più una variegata compagnia di amici e conoscenti di quest'ultimo.

Pomeriggio in spiaggia. "Che si fa stasera?" "Andiamo a Peschici, venite tutti?" "Sì!" "Sì!" "Sì!" Arriva sera. "No, rimango qui, sono stanco." "No, rimaniamo qui, domani dobbiamo alzarci presto." "No, rimango qui, non ho voglia". 'fanculo; dopo mezz'ora di traccheggio, io e il mio sodale partiamo alla volta della ridente località garganica. Parcheggio, passeggiata, cocktail, Bacardi Breezer (sig. Sofri, il Bacardi Breezer all'arancia è molto buono, ma ho scoperto che quello al pompelmo è meglio - e che quello alla pesca, nonostante il mio hype, fa schifo), bicchiere di vino (il peggior Primitivo di Manduria della storia umana), panzerotto con la Nutella (un'avventura dello spirito), ritorno alla macchina.
Ore 2.10. Con la coda dell'occhio intravedo una donna che richiama la nostra attenzione. Un metro e quaranta per centoquaranta chili (di cui almeno cinquanta di trucco): elementi sufficienti per riferirci a costei usando il termine "il Frigorifero". Ci racconta la sua trista quanto improbabile vicenda:
un suo collega parcheggiatore era all'enoteca dove avevamo bevuto prima a sbronzarsi ed aveva le sue chiavi di casa, per cui ci chiedeva (nemmeno troppo gentilmente) se potevamo aiutarla ad entrare dalla finestra. La finestra è alta più o meno due metri e mezzo. Io e il mio sodale mettiamo le mani a seggiolino e cerchiamo di fornirle un appoggio per i piedi. Tentiamo di issarla, lei riesce ad arrivare alla finestra ma omette di provare a tirarsi su. Dopo cinque minuti così, lasciamo perdere.
Il Frigorifero chiede di spostare la macchina sotto la finestra per sfruttarne l'altezza. Ripete circa quindici volte che all'enoteca c'era brutta gente e che lei non ci voleva andare, peccato che l'enoteca fosse chiusa da più di mezz'ora e a Peschici non ci fosse quasi più anima viva in giro. Mentre Ale sposta la macchina, il Frigo mi chiede dove siamo alloggiati e pretende un posto in tenda. La mossa di spostare la macchina si rivela mostruosamente controproducente: la strada viene completamente ostruita e il Frigo non riesce neanche a salire sopra l'auto. Si riparcheggia la macchina. Il Frigorifero praticamente ci entra, invitandoci a restare ad aspettare con lei "fino alle 5 e 1/2 - le 6, avevo giusto voglia di passare una serata in compagnia". Io e Ale ci guardiamo sempre più perplessi.
Il Frigorifero decide di "salire dalla padrona di casa" per vedere se può asserle di aiuto. Con pesante accento calabrese, esclama senza motivo "Io vengo da Còmo". Io inizio a pensare che si tratti della testa di ponte di un qualche ladro che sarebbe arrivato di lì a poco a rubarci qualsiasi cosa. Propongo ad Ale di scappare, ma lui non pensa che sia una buona idea. Il Frigorifero torna giù e ci intima di spostare un secchio dell'immondizia lì vicino sotto la finestra e di farcela salire sopra. Il secchio dell'immondizia era, per inciso, pieno di sacchi che apparivano notevolmente flosci. L'idea viene recisamente rifiutata. Un estremo tentativo di farla arrivare alla finestra si risolve con una taccata a tradimento sul mio pollice destro e un mio "Ale, mi sta uscendo un'ernia" sancisce l'impraticabilità della soluzione.
Sul mio urlo di dolore arriva l'Ape Piaggio della nettezza urbana. Il Frigorifero, estasiato come se fossero arrivati due messia, si getta ai loro piedi e ripete per la cinquecentesima volta la sua triste vicenda, ottenendo come risposta "Non sappiamo", "Stiamo lavorando", "Non siamo di qua". Noi indietreggiamo strategicamente. Il frigorifero continua a parlare coi tizi della spazzatura.
Io e Ale ci guardiamo.
Guardiamo lei.
Lei si gira e dice "Rimanete qua, vero?".
Ale risponde di sì mentre arretra.
Ormai siamo vicini alla macchina.
Ale mi dice "Simone, sali in macchina".
Eseguo.
Ale sale in macchina, la fa partire, il Frigorifero continua a parlare con gli altri, retro, via il freno a mano, sgommata, via. Va bene la cortesia, lo spirito caritatevole e tutto il resto, ma la vicenda presentava davvero troppi elementi sospetti. In dubio pro reo.
Non sapevamo che, di ritorno a Lido del Sole, ci attendeva la Dannata Festa Delle Medie...

(1 - continua)